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Ecco Ermanno, cinquant’anni con lo sguardo sempre avanti

LA STORIA «In questo negozio non si esegue il taglio dei capelli senza il preliminare shampoo»: oggi sembra scontato, ma mezzo secolo fa non lo era affatto. A scriverlo, su un cartello appeso nella sua prima bottega, il noto parrucchiere albese Ermanno Mossio, tra i premiati della cerimonia di domenica, per più di cinquant’anni di fedeltà artigiana. «Tutto è cominciato nel 1966, in corso Michele Coppino, dalla mia piccola bottega di parrucchiere, in un primo momento rivolta esclusivamente agli uomini, con il servizio di barba e capelli. Da allora, di strada ne abbiamo percorsa: siamo diventati un salone dedicato alla bellezza femminile e maschile, nell’attuale sede in corso Europa», spiega Ermanno, che continua a essere presente, anche se nel 2018 ha ceduto le quote della società ai figli Roberto, parrucchiere anche lui, e Gianni, ragioniere e amministratore. Gianni ricorda gli inizi dell’attività del padre: «Fin da subito, ha apportato sulla piazza di Alba cambiamenti innovativi al servizio, come il discorso dello shampoo prima di ogni taglio. Senza dimenticare quando, preso dalla mole di lavoro, decise d’incentivare i clienti a radersi la barba da soli con rasoi elettrici messi a disposizione gratuitamente, in modo da non sottrarre tempo ai tagli di capelli».

Ecco Ermanno, cinquant’anni con lo sguardo sempre avanti
La consegna del riconoscimento Fedeltà artigiana a Ermanno Mossio da parte del sindaco di Alba Carlo Bo.

Alle spalle di Ermanno – affiancato in negozio dalla moglie Rossana come addetta all’accoglienza dei clienti – c’è il diploma di maestro d’arte dell’Accademia nazionale di acconciatura maschile e femminile e una lunga serie di partecipazioni a eventi internazionali. Il parrucchiere è inoltre uno dei fondatori della scuola albese per gli acconciatori. Prosegue il figlio: «Penso che la sua forza, oltre alla passione, alla qualità e alla grande serietà sul lavoro, sia stata la capacità di rinnovamento: per esempio, nel ’90 decise d’introdurre i computer per la gestione dei servizi in salone. Oppure, nel ’95, ampliò l’attività, puntando anche sull’estetica: in altre parole, andare sempre avanti».

Anche dopo il lockdown e i mesi di fermo, come ricorda Gianni: «Nel nostro caso, abbiamo chiuso un giorno prima del decreto nazionale, perché si capiva che la situazione era rischiosa. A malincuore, abbiamo dovuto mettere i nostri otto collaboratori in cassa integrazione. Dopo i mesi di fermo, però, ricominciare a lavorare è stata una grande emozione, come una seconda inaugurazione. Giorno dopo giorno, abbiamo messo a punto un nuovo sistema organizzativo nel salone, che ci soddisfa molto. Ora, purtroppo, si teme una seconda chiusura: sarebbe molto pesante per il nostro settore, ma sono certo che riusciremo ad affrontarla, con l’impegno di sempre».

f.p.

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