In Piemonte ci sono più ricoveri rispetto al picco della primavera

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TORINO I ricoverati negli ospedali del Piemonte sono il 25% in più rispetto al picco della scorsa primavera nelle degenze ordinarie o di terapia sub intensiva. Nella terapia intensiva, invece, il picco dei mesi scorsi verrà raggiunto tra una settimana, con 400-450 pazienti, se la crescita dei contagi sarà lineare. Lo ha detto il coordinatore dell’area, Dea Gian Antonio Cibinel, nell’incontro della Commissione sanità della Regione con i responsabili del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive.

Nelle ultime due settimane la media dei pazienti in attesa di ricovero nei pronto soccorso è stata di 450-500.

«Stiamo rincorrendo il virus e siamo in ritardo», commenta durante la seduta della Commissione Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi uguali verdi. «Come faranno le 88 Usca e i medici di famiglia a fare in emergenza per 50mila positivi, quello che non sono riusciti a fare nei mesi scorsi per 10mila?».

«Ci siamo confrontati con la comunità scientifica e gli operatori sanitari e crediamo che si possa fare in extremis ancora almeno questo: dopo il tampone molecolare al sintomatico, fare subito le interviste accurate per rintracciare i contatti e mettere tutti in isolamento; fare il test molecolare ai contatti già sintomatici e test antigenici rapidi a tutti gli altri contatti: i negativi si liberano, i positivi fanno tampone molecolare; dopo 10 giorni di isolamento un nuovo tampone antigenico per liberare i negativi. Occorre poi fare campagne con test rapidi nelle Rsa e tra le categorie a rischio – conclude Grimaldi – ma per fare tutto questo, serve che le Usca funzionino meglio di quanto stiano facendo e che i direttori delle Asl le aiutino in tutti i modi».

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