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Spruzzava prodotti tossici su gli alveari di un allevamento di Sommariva Perno

Ripreso dalla telecamera installata dal proprietario, e denunciato dai Carabinieri Forestali. Nei suoi confronti sanzioni amministrative per oltre 7mila euro

Spruzzava prodotti tossici su gli alveari in un allevamento di Sommariva Perno
L'uomo ripreso dalle telecamere installate dal proprietario dell'allevamento

SOMMARIVA PERNO La morte di molte delle proprie api, avvenuta a più riprese a partire dai mesi primaverili, aveva insospettito un apicoltore di Sommariva Perno, il quale, per far luce sulla vicenda, aveva provveduto a installare una telecamera puntata sugli alveari interessati dall’aumento della mortalità. Dalle riprese è emerso come, nottetempo e in più occasioni qualcuno si fosse avvicinato agli alveari attrezzato di una piccola irroratrice manuale e avesse spruzzato l’ingresso delle arnie con una soluzione sospetta e verosimilmente responsabile dell’avvelenamento delle api.

Le immagini e alcuni campioni di api morte venivano consegnate ai Carabinieri Forestali di Bra, i quali avviavano le indagini facendo effettuare delle analisi tossicologiche sugli insetti e successivamente individuavano il responsabile, riconosciuto nella persona di M. D., residente in zona.

Gli esiti delle analisi evidenziavano la presenza sui pronubi di alti livelli di principi attivi particolarmente tossici, tra cui un piretroide: la deltametrina. Questo principio attivo, come molti piretroidi, non è selettivo e presenta un’elevata tossicità acuta per le api.

Su delega della Procura di Asti, competente per l’indagine, i Carabinieri Forestali, coadiuvati per i rilievi tecnici da un entomologo e perito in apicoltura, procedevano a perquisire i locali di proprietà dell’indagato per ricercare l’eventuale presenza di biocidi o prodotti fitosanitari utilizzati per l’avvelenamento e altri elementi utili a supporto delle indagini.

Nel corso della perquisizione veniva riscontrata la presenza di diversi formulati commerciali contenenti i principi attivi rilevati dalle analisi tossicologiche, oltre all’irroratrice e a due tute protettive del tutto simili a quelle utilizzate dal soggetto ripreso dalle immagini scattate dalle foto-trappole. Tutti i reperti sono stati posti sotto sequestro penale, a disposizione del Pubblico Ministero.

Le violazioni di carattere penale contestate sono quelle di uccisione animali e continuazione del reato (rispettivamente articoli 386 e 81 del codice penale).

Durante la perquisizione venivano inoltre rivenuti una trappola a scatto per la cattura di animali selvatici, di cui è vietato anche il solo possesso e molti prodotti fitosanitari riservati a un uso professionale -alcuni estremamente tossici – illecitamente detenuti in quanto l’indagato è risultato privo di alcun titolo abilitativo al loro possesso. Per queste violazioni sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo superiore ai 7mila euro e tutto il materiale rivenuto è stato sottoposto a sequestro amministrativo.

Sono in fase di verifica altresì alcuni pesticidi rinvenuti nell’occasione e da diversi anni ritirati dal commercio a causa della loro estrema tossicità.

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