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Completare l’Asti-Cuneo in tempi rapidi e senza distruggere la biodiversità

Giovanni Monchiero torna a interrogare il ministro Delrio sull'Asti-Cuneo
Oggi a Cherasco l’autostrada finisce… in un campo.

ALBA L’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero da molto tempo segue con costanza le vicende dell’autostrada Asti-Cuneo affida le sue proposte per il completamento a una lettera aperta.

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Dal punto di vista tecnico, l’osservatorio propone di completare il tratto mancante riducendo la carreggiata al minimo consentito dalle norme e, di conseguenza, scavare i tunnel sotto la collina di Verduno con un diametro inferiore risparmiando circa il 30% dei costi e con un minore impatto ambientale.

Ritornando sulla scelta dei tunnel, spiega l’Osservatorio si potrebbe usare il progetto già approvato, recuperando molto tempo inoltre «Il piano del NextGenerationEu della provincia di Cuneo, alla voce “interventi sulle infrastrutture viarie (tra cui completamento autostrada Asti Cuneo e  tangenziale di Cuneo, traforo Armo-Cantarana, traforo Alba-Cortemilia, interventi sulle strade del Colle della Maddalena del Colle dell’Agnello, …)” ha destinato ben di 728 milioni di euro: questa giusta causa ne richiederebbe meno di un quarto».

Per attirare sull’A33 quanto più traffico possibile,  in modo da alleggerire la viabilità esistente, occorre rendere gratuito il transito sul lotto 2.6, ma solo per gli utenti che si muovono tra Cherasco e Castagnito, per una lunghezza di circa 15 km, restando invariati i pedaggi per chi percorre la A33 per tratte più lunghe. Secondo l’Osservatorio i «mancati ricavi del concessionario sulle due tratte, tenuto conto già degli impegni già assunti per favorire gli accessi all’ospedale di Verduno, sono marginali (circa 15 milioni di euro per tutto il periodo residuo della concessione) rispetto al valore complessivo dei lavori di completamento».

Un altro punto riportato nel documento dell’Osservatorio riguarda la sostanziale riduzione dell’area originaria del casello prevista nella zona di Roddi, con conseguente ridotto consumo di suolo.

Inoltre resta da chiarire il destino delle opere complementari, individuate da tempo dalla Conferenza dei servizi regionale ma che non sono state incluse nella recente delibera Cipe che approva il nuovo piano finanziario per il completamento. La richiesta dell’Osservatorio è «di includere la realizzazione di quelle opere nella variante di progetto che è già adombrata nella delibera e che andrà inevitabilmente aperta sia per tener conto delle mutate condizioni del paese, sia per rispondere alle reali necessità dei territori».

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