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Piemonte: Meno ricoveri e Rt a 0,80 ma l’aumento dei casi mette a rischio la zona gialla

Coronavirus Piemonte, il numero dei guariti sale a dieci, diciassette nuovi decessi e 312 ricoverati in terapia intensiva

TORINO Il Piemonte rischia di restare arancione anche la prossima settimana. Il verdetto definitivo lo darà oggi (venerdì 29 gennaio) il Ministero della salute dopo avere esaminato i dati aggiornati della Regione, che negli ultimi giorni ha fatto registrare un incremento dei positivi. L’Unità di crisi infatti ha segnalato 1.062 nuovi casi di Coronavirus giovedì, a fronte degli 821 di mercoledì, a loro volta in aumento sui 728 di martedì e i 600 di lunedì. Il tasso di positività è pari al 4,8% dei 22.175 tamponi eseguiti. Alto anche il numero dei decessi: ne sono stati comunicati 43, di cui 5 relativi alla giornata del 28.

A favore del passaggio al giallo con il relativo allentamento delle restrizioni sarebbe però l’indice Rt, che è sceso a 0,80 dall’1,04 della scorsa settimana. Inoltre prosegue il calo dei ricoveri in terapia intensiva (-12) e nei reparti di degenza ordinaria (-86), dato che mantiene il Piemonte al di sotto dei parametri di allerta rispettivamente del 30% e del 40% di occupazione dei posti letto.

C’è soprattutto un problema di interpretazione del Dpcm, in merito al conteggio dei giorni necessari al passaggio da una zona all’altra: per entrare in una fascia con meno restrizioni bisogna esser stati per 14 giorni «a un livello di rischio inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive». Questione che riguarda anche altre Regioni, nella stessa situazione, per la quale si attende ora un chiarimento dal ministro Speranza. E mentre il Piemonte in zona arancio dal 17 gennaio – insieme ad altre 6 Regioni giudicate analogamente in bilico – spera nella promozione in zona gialla, Confesercenti lancia un allarme sul ritardo dei vaccini che, afferma, «costa all’economia piemontese 400 milioni di euro di mancati consumi per ogni mese di ritardo nella campagna». Il dato si evince da uno studio commissionato dall’associazione, che a livello nazionale stima una perdita di 4,7 miliardi. «Il vaccino – dichiara il presidente di Confesercenti Piemonte, Giancarlo Banchieri – è una priorità per cittadini e imprese. La ripresa dipende fortemente dai risultati che si riusciranno a ottenere con la campagna di vaccinazione. Soltanto un pieno conseguimento degli obiettivi annunciati potrà restituire alle famiglie la fiducia necessaria a riportare i consumi ai livelli pre-pandemici. Mai come ora le esigenze della salute pubblica vanno di pari passo con quelle dell’economia». Intanto sempre in materia di vaccini oggi l’assessore alla sanità della Giunta Cirio, Luigi Icardi, ha scritto al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, una lettera indirizzata anche al ministro della salute Roberto Speranza e al commissario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri. Il documento contestata la modalità di distribuzione delle dosi fra le Regioni individuata per la fase in cui si vaccineranno gli over 80, che prevede l’assegnazione in proporzione alla popolazione. «Poichè esistono fra le Regioni differenze sensibili relativamente alla percentuale di popolazione di età uguale o superiore agli 80 anni sulla popolazione generale – scrive Icardi – sarebbe più corretto considerare una distribuzione proporzionale alla numerosità della classe di questi soggetti di ciascuna Regione».

Le persone vaccinate giovedì in Piemonte sono 5.157, e per 4.941 di loro si tratta di richiami. Dall’inizio della campagna sono state somministrate 166.910 dosi, delle quali 31.350 come richiami, corrispondenti 83,05% delle 200.980 dosi complessivamente finora disponibili.

Ansa

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