Cultura in movimento arriva direttamente a casa dei giovani

Cultura in movimento arriva direttamente a casa dei giovani

CORNELIANO Si può considerare una sorta di rivoluzione copernicana dell’educazione di strada, quella messa in atto dal progetto Cultura in movimento del cinema Vekkio. In questa situazione di stallo delle attività, dovuta all’emergenza sanitaria, i ragazzi del paese hanno smesso di frequentare il centro di ritrovo e luogo di educazione informale. La rivoluzione sta nel fatto che, appurata l’impossibilità per i ragazzi di muoversi, è stato il centro a raggiungere i ragazzi. Il furgoncino rosso di Cultura in movimento, simbolo del progetto, ha acceso i motori ed è partito nelle scorse settimane per andare a trovare i ragazzi, per strada e presso le loro abitazioni, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento.

La volontà, come spiega il coordinatore del progetto Alberto Contu, era di incontrarli e non disperdere il rapporto dialettico instaurato in tanti anni di attività. «Abbiamo pensato di dover essere noi ad andare incontro a loro, provando a essere presenti anche in un momento così particolare. Essere educatori di strada e di comunità significa partire dai rapporti, dalle contraddizioni e dalle dinamiche esistenti. Abbiamo sentito la necessità di andare incontro a bambine e bambini, adolescenti e giovani, più che mai in un periodo come questo», afferma Contu. L’esperienza è stata ripresa e documentata attraverso un video pubblicato sulle piattaforme social. Il documento video mostra le considerazioni e i desideri dei giovani in questo momento storico: c’è la volontà di tornare in classe e al cinema Vekkio, di poter rivedere i propri amici come di stare insieme. Ma c’è anche un po’ di disillusione. «È un anno che viviamo così, ci siamo abituati. Onestamente non ricordo nemmeno com’era vivere normalmente», è uno dei commenti. E ancora: «Sono un po’ dispiaciuta di dover affrontare di nuovo la zona rossa, però mi accontento».

Oltre a dare voce in prima persona ai giovani, riprendendoli nella loro vita quotidiana, il merito di questa iniziativa è di stimolare una riflessione sul ruolo dell’educazione di strada ponendo l’accento sulle potenzialità di un modo di educare che dovrebbe correre in parallelo alla scuola, svolgendo il proprio ruolo all’interno della comunità. Un ruolo che comincia con il dar voce ai ragazzi. «È stata la prima uscita di molte», assicura Contu.

Federico Tubiello

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