In Zona H per dire no alla Didattica a distanza

Ieri, domenica 9, una cinquantina di persone hanno manifestato nell'area verde cittadina

In Zona H per dire no alla Didattica a distanza
SCUOLA «Siamo felici di vedervi qui. Abbiamo organizzato questa giornata per ribadire che vogliamo un pieno ritorno alla normalità. Esiste un mondo oltre il digitale! I nostri figli devono tornare a vedersi, a intrecciare rapporti di persona». Inizia così l’intervento appassionato di Enrica Cravanzana, professoressa al liceo artistico Pinot Gallizio di Alba, tra le organizzatrici, insieme a Cinzia Cortese, della manifestazione contro la didattica a distanza svoltasi ieri, domenica 9 maggio.

Didattica a distanza, opzione troppo dannosa in termini umani ed educativi per essere riproposta in futuro

Di fronte a lei, una cinquantina di persone sparpagliate per il prato della Zona H: dai grandi ai piccini, tutte le generazioni sono in qualche modo rappresentate. Il tempo è uggioso, ogni tanto qualche timido sprazzo di luce, ma la cappa non sembra arrestare l’entusiasmo dei partecipanti. Per l’occasione, alcune persone sono addirittura venute da Mondovì e Saluzzo.
Se l’obiettivo principale del ritrovo è quello di avversare la didattica a distanza, ritenuta un’opzione troppo dannosa in termini umani ed educativi per essere riproposta in futuro, gli interventi che si susseguono dal palco esaltano più in generale il valore della libertà. Qualcuno cita John Stuart Mill, autore del saggio Sulla libertà, qualcun altro Franco Basaglia e il concetto di libertà  terapeutica. La critica alla Dad diviene così parte di una più generale critica alla gestione dell’emergenza sanitaria in corso, e di un appello a superare collettivamente il clima di paura alimentatosi nel corso dei mesi. Agli interventi seguono intermezzi musicali e balletti, in un’atmosfera che vuole rimanere di festa: la battaglia politica e culturale può andare a braccetto con la musica dei Beatles e Giorgio Gaber.In Zona H per dire no alla Didattica a distanza 1

«Siamo per una scuola in presenza, fatta di relazioni umane» spiega Enrica Cravanzana, una delle organizzatrici

Come ci spiega Enrica a margine dell’iniziativa, questa è la terza manifestazione organizzata per sensibilizzare la cittadinanza. «Facciamo parte di una rete associativa molto estesa, che nella sola provincia Granda raccoglie circa 1700 famiglie. Siamo per una scuola in presenza, fatta di relazioni umane. I nostri ragazzi hanno pagato un prezzo troppo alto. La Dad poteva andare bene come misura emergenziale, ma non deve assolutamente essere normalizzata. Ora vedremo quello che succederà alla riapertura dell’anno scolastico dopo la pausa estiva, in base alle decisioni che saranno prese valuteremo le nostre prossime mosse».
Michele Gimondo
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