Nuova edizione di “Storia del fiume rubato”, libro di Hellman sull’Acna

Gianni Farinetti ne ha scritto la prefazione. All'interno, un codice Qr per assistere il film di Diego Scarponi "Il racconto del fiume rubato"

Nuova edizione di "Storia del fiume rubato", libro di Hellman sull'Acna
L'autore, Alessandro Hellman.

RECENSIONE L’edizione aggiornata e ampliata del libro di Alessandro Hellman Cent’anni di veleno, pubblicata da poche settimane da Stampa alternativa, è dedicata a Rosanna Barbiero, Patricia Dao e Marina Garbarino, tre donne valbormidesi (di nascita o per scelta) che per molti anni si sono battute contro l’inquinamento causato dall’Acna. Tre simboli di una lotta che Hellman (poeta, scrittore e musicista genovese) è tornato a raccontare dopo qualche anno perché le storie interessanti, nel bene e nel male, hanno sempre qualcosa da dire.

La nuova edizione, con prefazione di Gianni Farinetti, include un codice Qr

Nuova edizione di "Storia del fiume rubato", libro di Hellman sull'Acna 1La nuova edizione di Cent’anni di veleno, con prefazione di Gianni Farinetti, include anche un Qr code con il quale si può vedere il film di Diego Scarponi Il racconto del fiume rubato, dedicato allo spettacolo teatrale di Andrea Pierdicca tratto dal libro di Hellman e proposto in più occasioni da queste parti. Come nella prima edizione, il libro inizia con la nascita del dinamitificio a Cengio nel 1882 e termina con la chiusura dell’Acna nel 1999 e l’avvio della bonifica, ma nel corso del racconto affiorano nuovi episodi e vicende raccolti da Hellman negli anni scorsi.
«Dopo la prima edizione mi è capitato di tornare in valle e mi sono trovato di fronte a nuovi dettagli e aneddoti davvero irresistibili, che avrei integrato nel racconto se mi ci fossi imbattuto in tempo. Così, appena mi si è presentata l’opportunità, ho messo mano alla penna accogliendo il nuovo materiale, anche per dare maggior spazio e corpo ai protagonisti della storia. Sono molto soddisfatto di questa nuova versione. Rappresenta la restituzione affettuosa di un abbraccio a tutte le belle persone che ho avuto la fortuna di incontrare in valle», afferma Hellman.

Secondo l’autore, «Purtroppo nessun risarcimento potrà mai compensare il dolore, il danno e l’offesa sofferti di generazione in generazione dalla gente della valle»

 

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Una veduta aerea del sito ex Acna di Cengio.

All’autore abbiamo anche chiesto un parere sull’attualità della vicenda, con la bonifica ancora in corso, un risarcimento per danno ambientale tutto da definire e incertezze sul riutilizzo del sito. «Penso che purtroppo, per quanto auspicabile e doveroso, nessun risarcimento potrà mai compensare il dolore, il danno e l’offesa sofferti di generazione in generazione dalla gente della valle», afferma Hellman.
«Mi piacerebbe veder sorgere in quell’area qualcosa che sia testimonianza del suo passato, che è il paradigma di un secolo di storia industriale, politica e sociale del nostro Paese. Penso a un polo tecnologico-culturale che possa ospitare un centro studi per le bonifiche, con un archivio con la documentazione sui fatti riguardanti l’Acna e la valle, e spazi espositivi e d’incontro», prosegue l’autore.
Conclude Hellman: «Le altre soluzioni di cui s’è parlato possono avere giustificazioni pratiche, ma mi sembrano oggettivamente estranee alla vicenda di cui quel luogo è stato teatro. Il cerchio della storia, secondo me, andrebbe chiuso realizzando qualcosa che rimanga come patrimonio per le generazioni future».

Corrado Olocco

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