Decine di furbetti dei buoni spesa sono stati multati dai finanzieri di Cuneo

Il bilancio dei controlli della Guardia di finanza: 9 denunce e 125 multe 1

CUNEO Decine di false autocertificazioni, omesse denunce di redditi percepiti e mancate segnalazioni di componenti di nuclei famigliari con stipendi: è il dato che emerge dall’inchiesta della Guardia di finanza del capoluogo, che ha svelato casi di indebita percezione dei buoni spesa, la misura di sostegno per l’acquisto di alimenti varata dal Governo, nella prima fase della pandemia, per i nuclei famigliari in difficoltà.

«Una piccola sacca di illegalità da combattere, a fronte della regolarità della stragrande maggioranza di richieste valide, migliaia», ha spiegato il colonnello Luca Albertario, comandante provinciale delle fiamme gialle. Alcuni dei casi documentati riguardano anche l’Albese, e hanno comportato, per i trasgressori, sanzioni per un importo complessivo di 600mila euro: in uno dei casi documentati dai finanzieri, una donna, titolare di un’attività, bloccata dal lockdown, aveva avuto accesso ai buoni spesa evitando di fare menzione dei redditi del marito, imprenditori; in altri casi, invece, i percettori ricevevano già versamenti di altri ammortizzatori.

«Abbiamo applicato, nelle sanzioni, il massimo della pena prevista dalla legge», aggiunge il colonnello Albertario «si tratta di piccole violazioni, è vero, ma, tutte assieme, configurano una situazione di indebita percezione che danneggia lo Stato  e chi si trovava realmente in condizioni di bisogno»

Davide Gallesio

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