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La scuola per infermieri vada al San Lazzaro

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LA PROTESTA Quindici mesi che non si augurano a nessuno: prima il Covid-19, poi lo spostamento dell’ospedale San Lazzaro nella nuova sede di Verduno e, ora, il corso di laurea in scienze infermieristiche (che torna ad Alba dopo la chiusura nel 2017 a Piana Biglini), ma nel complesso della Maddalena, invece che nei locali vuoti dell’ex nosocomio dove, in parte, sono presenti attività della nuova casa della salute per i servizi di base al territorio.

Questo è il quadro che i titolari delle circa venti attività commerciali e gli abitanti del quartiere hanno visto delinearsi secondo tinte che, a loro avviso, sono diventate sempre più scure. Afferma una delegazione del quartiere: «Senza troppi giri di parole: ci sentiamo presi in giro. Sembra che, oltre al danno dello spostamento dell’ospedale a Verduno, venga aggiunta anche la beffa. La situazione generale della maggior parte degli esercenti è critica: cinque attività hanno chiuso definitivamente e altre, se non fosse per il buon cuore dei proprietari dei locali che vengono affittati, avrebbero fatto altrettanto. Questo si traduce in un minor potere economico di questa zona della città e in una perdita di valore degli immobili, anche per gli stessi abitanti del quartiere».

E proprio l’aspetto economico è uno dei punti importanti: «Perché non vengono utilizzati i locali dell’ex nosocomio e si preferisce investire il denaro dei contribuenti nel complesso della Maddalena, dove sono necessari dei lavori di completamento? Come sono presenti le attività ospedaliere nella casa della salute, così si potrebbe attivare la scuola triennale per infermieri nei locali ora vuoti, ma funzionali».

Una soluzione che avrebbe i suoi vantaggi anche logistici secondo i residenti: «Nella zona sono presenti parcheggi con buona capienza, locali di ogni genere, eventuali alloggi per l’affitto. Si è in centro e a due passi dalla via principale di Alba. Non ci capacitiamo per questa scelta, che sembra prediligere ancora una volta determinate vie della nostra cittadina». La richiesta non vuole fermarsi a queste riflessioni: «Temiamo che il quartiere venga abbandonato a sé stesso e questo comporterebbe eventuali problemi di sicurezza e mantenimento della pulizia delle strade da parte del Comune. Quest’ultimo aspetto ha già dato avvisaglie molto negative… Noi siamo pronti a raccogliere firme e ad azioni di protesta, a tutela dei cittadini e dei soldi dei contribuenti. Per esempio, perché negli ex locali dell’ospedale di Bra da circa un anno si lavora per ristrutturare l’edificio e qui, ad Alba, sembra si stia abbandonando sempre di più l’ex nosocomio? Chiediamo una risposta alle istituzioni!».

Livio Oggero

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