L’esempio di Sandro Toppino, luce e sale per il futuro

Martedì 23 nel duomo di Alba si ricorda Sandro Toppino 1

BIOGRAFIE Da molte diverse angolazioni si può osservare, e ripercorrere, la storia del Novecento albese. Ora una nuova pubblicazione ce ne presenta una particolarmente favorevole, per l’arco temporale, la dimensione culturale, l’impianto corale che essa comprende. E il punto di vista: interno al mondo cattolico e alla Chiesa della diocesi di Alba, calata nella società del suo tempo attraverso l’azione di apostolato sociale di molti laici che hanno alimentato per decenni, a partire dagli anni Venti e Trenta del secolo scorso e fino al secondo dopoguerra e alla ricostruzione, le file dell’Azione cattolica giovanile e della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli. È un laicato composto da personalità e biografie diverse e sfaccettate, che hanno però in comune un segno ricevuto, nella loro formazione umana e spirituale, dal contatto con figure divenute riferimenti esemplari.

A partire da Sandro Toppino (1910-1951), di cui ricorre il settantesimo della morte, e che fu, per quanti gli erano accanto, guida carismatica e operosa della gioventù maschile di Ac della diocesi sotto l’ala incoraggiante e grata del vescovo Luigi Maria Grassi (1933-1948).

La somma di questi giovani, maestri e compagni, non produce perciò una galleria slegata di ritratti, ma un tessuto preciso e resistente; non dei battitori liberi, ma «una cordata»: e chissà che nella sua struttura non si possa ritrovare qualche buon tratto di quel Dna albese che sembra oggi sempre più interessare la comunità, diversa e sfaccettata anch’essa, dei genetisti.

L’esempio di Sandro Toppino, luce e sale per il futuro
La copertina del volume

Per riscoprire in una cornice unitaria quel tratto di storia umana e religiosa insieme, si ha ora a disposizione Luce e sale per la storia di tutti. Sandro Toppino e la sua cordata, un volume di oltre 350 pagine curato da Giovanni Ciravegna e pubblicato dall’azienda grafica l’Artigiana. Si tratta di un’opera che ha avuto una gestazione non breve, e stratificata. Il suo primo promotore fu, nel 2009, nell’approssimarsi del centenario di Sandro Toppino, suo nipote Gian Giacomo (1929-2017): che come molti altri della sua generazione doveva all’apprendistato giovanile in Ac una parte essenziale del suo impegno sociale e politico. Alla sua memoria oggi il libro è dedicato da quanti avevano condiviso con lui l’intento di ricomporre la «cordata»: il volume ne raccoglie le voci e gli apporti, a partire dal curatore Ciravegna, che ricostruisce la presenza e il ruolo della Chiesa albese nel primo Novecento; a Giulio Parusso, che aveva preparato, poco prima della morte nel 2014, un contributo su Alba negli anni di Sandro Toppino; alla stessa famiglia, che ha messo a disposizione (una delle molte novità del volume) un ricco giacimento di fotografie inedite appartenute a Sandro. Sono immagini che restituiscono, più o meno formalmente, momenti di vita associativa (congressi, gite, celebrazioni) e volti (ci sono i vescovi, ci sono i sacerdoti assistenti spirituali e maestri di dottrina, ma anche, salvati dall’oblio, molti confratelli, aspiranti, operai), che superano ovviamente la funzione di circostanza e «hanno un valore storico per la nostra città», come rimarca nel suo commento Antonio Buccolo.

Molti altri sono gli interventi che salutano il libro e la sua opportunità: a partire da quello del cardinale albese Giovanni Coppa (1925-2016), che ancora nel 2015, richiesto di «aggiungere una paginetta a un’opera che non conosco» si era lasciato guidare dal ricordo personale e vivo del «grande formatore» Sandro Toppino e di chi aveva punteggiato «una grande stagione dello Spirito Santo»: da Giuseppe Pieroni ad Alberto Abrate, a don Paolo Tablino. Che si ritrovano con moltissimi altri nelle pagine del libro: ad esempio in quelle di Gianfranco Maggi, che richiama «un insieme armonico di laici e sacerdoti che seppero fare grande la diocesi albese»; o nella serie di ritratti che compone un’altra sezione del volume, basata sulla ripresa di profili e documenti in pubblicazioni da tempo introvabili, su interviste e testimonianze condotte e sollecitate espressamente per l’attuale, a cura di Alfonsina Chiarla e Giorgio Pesci.

L’esempio di Sandro Toppino, luce e sale per il futuro 1
Sandro Toppino a una giornata di studio nel ’35.

Ne risulta una molto opportuna composizione corale, sviluppata nei modi di una partecipe conversazione, che va scoperta direttamente e la cui tenuta si deve alla fedele determinazione di Franco Corino, anch’egli formatosi in quello stesso alveo, e mai come in questo caso tipografo-editore.
Nella postfazione di Ettore Paganelli, uno degli ultimi testimoni della stagione toppiniana, si ricapitolano le motivazioni e lo scopo dell’iniziativa: non uno scavo archeologico, né un semplice indugiare nei ricordi, ma il recupero di un senso, di un esempio che, al di là delle generazioni, mantiene la sua attualità.

Edoardo Borra

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