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La Granda è un’area in salute secondo la Guardia di finanza

La Granda è un’area in salute secondo la Guardia di finanza
Il prefetto Fabrizia Triolo e il colonnello Luca Albertario.

RESOCONTO Il Cuneese è un’area sana, con una solida attitudine al rispetto della legge e dell’autorità: lo conferma, commentando i dati dell’attività annuale della Guardia di finanza , il comandante provinciale, colonnello Luca Albertario.

«Il rapporto conferma le impressioni che avevo avuto fin dai primi mesi di incarico: il territorio è sano ma lavoriamo per aumentare ulteriormente i margini di attaccamento alle norme. Ci sono, infatti, sacche di illegalità e fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata che dobbiamo vigilare e reprimere», ha spiegato l’ufficiale, giunto a Cuneo nel 2019. L’occasione per il resoconto l’ha fornita, mercoledì 23 giugno, la celebrazione del 247° anniversario del Corpo, nel cortile della caserma Cesare Battisti, alla presenza del prefetto Fabrizia Triolo. Controllo su fenomeni evasivi e frodi fiscali, monitoraggio delle spese pubbliche e contrasto ai sodalizi mafiosi sono le tre linee di azione sviluppate dalle Fiamme gialle: «Per quanto concerne le evasioni, abbiamo rimodulato la nostra azione in conseguenza delle difficoltà causate alle attività commerciali dalla pandemia. Ci siamo limitati a colpire le situazioni macroscopiche, e i comportamenti reiterati, evitando controlli pressanti e sistematici», prosegue l’ufficiale dell’Istituto superiore di stato maggiore interforze.

È il caso delle operazioni Carosello rumeno, condotte dal distaccamento di Bra, che hanno portato a scoprire un giro di fatture false da 2 milioni di euro o, recentemente, della scoperta di 170 fra badanti e colf, sconosciute al fisco. «Episodi certo di lieve entità, se presi singolarmente, ma considerati nel complesso di grande impatto», precisa il colonnello Albertario. La destinazione delle spese pubbliche è un altro dei fronti d’azione: le operazioni Titanio 1 e 2 – lo svelamento di un giro di documenti contabili falsi, prodotti da un dipendente compiacente dell’azienda sanitaria di Cuneo, con susseguenti pagamenti milionari a una ditta, fornitrice dell’ospedale Santa Croce e Carle, per forniture inesistenti – sono esempi del «monitoraggio sugli sprechi dell’Amministrazione e gli indebiti finanziamenti percepiti».

Speciale considerazione merita, infine, il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata: «Pur non avendo elementi probatori schiaccianti possiamo affermare che il fenomeno esiste, e i rischi sono maggiori in un territorio, l’Albese, fra i più floridi della Provincia».

Il riferimento è, fra gli altri all’operazione Tre Cunei, dello scorso novembre: il sequestro di noccioleti e una villa, appartenenti a Giovanni Piero Montaldo ad Albaretto, figura che gli inquirenti ritengono legata alla mafia italiana in Spagna.

d.g.

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