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Bacajé è la parola scelta questa settimana per Abitare il piemontese

Abitare il piemontese di Paolo Tibaldi arriva sul palco del palaAlba capitale
Paolo Tibaldi

BACAJÉ Intrattenersi, parlare continuamente, discorrere, protestare chiassosamente, ciarlare; tentare una conquista amorosa.

Quale miglior occasione per parlare di parole? Oggi si tratta del verbo bacajé, l’azione preferita di chi è appassionato alle pubbliche relazioni. Sapete quando sarebbe ora di fare ritorno a casa, ma c’è ancora sempre chi ha piacere di intrattenersi in un dialogo, che spesso si rivela un monologo, con chicchessia? Sulla piazza la domenica, oppure in occasioni mondane o, perché no, nel corso di assemblee animate. Ebbene, ogni occasione sociale è buona per chi ha piacere di dilungarsi a suon di chiacchiere. Talvolta possono essere proteste, talaltra la necessità di discorrere pur parlando a vanvera o, infine, anche solo per avere la benedetta “ultima parola”.

Il bacajon (con la “o” che si legge sempre “u”) è la persona che interpreta il verbo bacajé. Un chiacchierone, una persona ciarliera, senza alcun contenuto utile, per il solo gusto di dire. Mi diceva un saggio amico: «In ogni famiglia ce n’è uno; e se nella tua non ti viene in mente nessuno, è perché il bacajon sei tu».

Da dove arriva bacajé? Alla base della famiglia lessicale, si presume ci possa essere il latino baccham, vale a dire “baccante, compagna di Bacco”, evoluto poi in un termine che connota fracasso in riferimento al rumore tipico delle feste in onore di Bacco; del resto, era pur sempre associato al vino. Anche il baccano italiano o il bacan piemontese, evocano chiasso. Non va esclusa una strada francofona: il verbo bégayer va a rappresentare il balbettio, come modo per definire un individuo particolarmente loquace. Taluni associano bacajé al significato gergale di mormorare, inteso come “fare la spia”; questo rientra nell’ambito dell’accezione furbesca dell’italiano gergale, che esiste regolarmente con il sostantivo baccaglio, culminante nel significato di alterco.

La grande curiosità è che in Piemonte, talvolta parlando italiano, si utilizza il verbo baccagliare per intendere il tentativo di una conquista amorosa. Nella fattispecie si sta cercando di far cascare la preda ai propri piedi, certamente mediante la parola.

Paolo Tibaldi

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