SAVONA Nella giornata di sabato 4 settembre, nella sala Rossa del comune di Savona, è stato conferito alla scrittrice di Mombarcaro, ma albese d’adozione Franca Benedusi, il XIV Premio Letterario Internazionale di Poesia Narrativa e Saggistica “Priamar”, ottenedo così il giusto riconoscimento per il suo libro “La guerra di Egle”.
Consegnato nelle mani della nipote Monica Benedusi, il prestigioso premio va a incoronare una scrittrice che, romanzo dopo romanzo, ha saputo conquistarsi il lusinghiero appellativo di “Beppe Fenoglio al femminile”, grazie alla sua forza narrativa, all’ambientazione e ai temi trattati dai suoi racconti che rievocano la Langa più vera.
«I miei racconti hanno l’Alta Langa come ambientazione e gli anni Cinquanta come periodo storico e credo che rispecchino un modo di vivere che, all’epoca, era comune in tutta Italia. – afferma la scrittrice – Scrivo da sempre con il cuore, metto tutto me stessa in ciò che scrivo e in alcuni momenti la carica emotiva è difficile da controllare, per questo ogni premio che mi viene conferito ha un’importanza particolare, perchè a venire premiati non sono solo i miei scritti, ma anche i miei sentimenti, le mie gioie e i miei dolori».
La giuria, composta da Massimo Peloso, Ornella Secchi, Elisabetta Di Palo, Gabriele Lequio e Simona Carrera ha premiato il romanzo “La guerra di Egle” con la seguente motivazione: «La narrazione della scrittrice, pur se a tratti impegnativa, descrive con estrema accuratezza, i luoghi in cui si svolge l’intero romanzo. La protagonista, catapultata suo malgrado in un mondo a lei sconosciuto, la guerra, essendo giovanissima, cerca di superare gli ostacoli che trova durante il periodo del conflitto nel percorso di vita. La dinamica scritturale decisa, imperativa, vincolante ai fatti vissuti, li rende decisamente amabili al lettore senza scalfire il vero significato…liberarsi da ciò che fa male al nostro vedere e soprattutto al nostro cuore».
Il racconto si svolge ai tempi della guerra, tra le vie di Lunetta, piccola frazione di Mombarcaro, e ruota attorno alla figura della dodicenne Egle che, in un periodo storico così complicato, vive insieme all’amica Fisia, la sua giovinezza con grande leggerezza, scoprendo la vita seguendo il ritmo della natura, l’avventura dei bachi da seta, il ballo segreto, il primo quasi inconsapevole amore.
«I personaggi dei miei racconti sono ispirati a personaggi realmente esistiti – spiega Franca Benedusi – cerco di romanzare il meno possibile queste persone ed offrirli al lettore così come sono, o come sono state, nel modo più onesto possibile. Anche i luoghi, la mia imprescindibile Langa, viene dipinta con grande naturalezza, le sue colline, i suoi verdi prati, i suoi campi…e poi la gente di Langa, sguardi fieri e visi segnati dalla fatica».
Franca Benedusi, classe 1943 è nata a Niella Belbo e, dopo aver frequentato le scuole a Mondovì, ha iniziato la sua carriera lavorativa come insegnante, abbandonandola però per motivi di famiglia dopo essersi sposata e trasferita a Torino. A 37 anni il ritorno in Langa, ad Alba, dove lavora negli uffici del Comune. La sua ricca produzione letteraria è dedicata alla figlia Silvia prematuramente scomparsa e, negli anni, è stata più volte oggetto di premi, ottenendo riconoscimenti a Napoli, Vietri sul Mare, Cagliari, Enna, Pisa, Torino, Alessandria, venendo insignita del Premio Fedeltà alla Langa, Premio letterario Il Meleto di Guido Gozzano, Premio Cesare Pavese e per ultimo ma non importante, il premio “Priamar” di Savona.
La scrittrice Franca Benedusi è stata inoltre tra le promotrici del progetto scolastico intitolato “Alla ricerca di un valore perduto: il rispetto”, che ha coinvolto molte scuole della città Alba. Partecipando con la testimonianza dei suoi racconti, nei due anni di durata del progetto, la Benedusi ha tenuto incontri nelle scuole materne, elementari, ma anche al Liceo Classico “Da Vinci”, e nelle classi dei ragionieri e geometri dell’ Istituto Superiore “L.Einaudi”. Testimone di un Progetto tanto importante, che è stato anche materia di tesi alla facoltà di Psicologia di Torino.
Alice Ferrero