Vendemmia, si accelera col Dolcetto e i bianchi

Vendemmia, si accelera col Dolcetto e i bianchi

VENDEMMIA Tutte le previsioni di ritardo della vendemmia rispetto alle ultime annate si sono poco per volta sciolte come neve al sole. Il ritmo della raccolta sta poco per volta accelerando, con la possibilità che le uve più tardive – i Nebbioli – possano tornare sui tempi del 2020.

Osservando lo sviluppo degli eventi si ha la sensazione che anche gli schemi temporali siano un po’ saltati e che ci sia una sovrapposizione dei tempi di raccolta tra i vari vitigni. Sappiamo, per esempio, che mentre la vendemmia delle uve bianche non è ancora ultimata, su varie colline di Langa si stanno già staccando i Dolcetti per Dolcetto d’Alba e anche sulle colline di Diano e Dogliani fervono i preparativi per incominciare.

Analizzando i dati dei controlli di maturazione pubblicati periodicamente dal laboratorio Enocontrol di Alba, si ha la sensazione che i percorsi di maturazione si siano accelerati un po’ in tutte le uve, con il rischio di creare problemi che possono derivare dalla raccolta in contemporanea delle diverse varietà. La situazione ha convinto, per esempio, gli organismi che conducono i controlli di maturazione ad anticipare i prelievi degli acini dei Nebbioli delle varie denominazioni (Roero, Nebbiolo d’Alba, Barbaresco e Barolo) per verificare quale sia la situazione.

I primi riscontri, diramati tra il 6 e il 10 settembre, segnalano per tutti i Nebbioli di queste colline un’ottima maturazione tecnologica, con gradazioni medie che oscillano tra 19 e 20 gradi Babo. A fronte di valori già così elevati, il dato confortante sta nelle acidità e nei pH che annotano livelli ancora favorevoli, che permettono di guardare con fiducia alle prossime settimane. Evidentemente, oltre alla maturità tecnologica andrà verificata anche quella fenolica, due situazioni che negli ultimi anni si sono rivelate spesso disallineate.

Molti si sono chiesti da cosa sia dipesa l’accelerazione di maturazione delle uve, visto che le previsioni a fine luglio parlavano di una vendemmia dai tempi canonici, ovvero in ritardo rispetto agli ultimi anni.
È probabile che molto sia dipeso dalla buona dotazione idrica che c’era nel terreno grazie a un inverno abbastanza nevoso, a una primavera umida e a una prima parte dell’estate (seconda metà di giugno e il mese di luglio) certamente non molto calda e dal periodo di calore (in certi tratti anche di gran calore) portato da agosto e dai primi giorni di settembre. In effetti, è dal 3 agosto che non cade una goccia di pioggia e, a parte qualche breve periodo in cui le temperature sono diminuite, abbiamo avuto una seconda parte dell’estate decisamente calda e secca.

In questo quadro così esplicito, va ricordato che anche nel cuore di agosto quando le temperature hanno superato spesso i 35 gradi, le notti sono state decisamente più fresche e questo ha favorito l’accumulo degli zuccheri senza un’eccessiva degradazione degli acidi.

Per concludere c’è da considerare il dato quantitativo: a mano a mano che i quantitativi delle uve raccolte e vinificate aumentano, diventa sempre più assodato che la produzione sarà inferiore rispetto al 2020. Un dato che appare più evidente in Roero rispetto alla Langa e che spesso viene ulteriormente aggravato dalla resa dell’uva in vino, che si concretizza inferiore alle indicazioni dei disciplinari (70 per cento).

Resta un fatto al di sopra di tutto: la perfetta sanità dei frutti, uno dei segni precursori della qualità generale dell’annata 2021.

Giancarlo Montaldo

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