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Abitare il piemontese: la parola di questa settimana è Pȓo

Bozza automatica 306

Pȓo (pronuncia: pru): abbastanza, a sufficienza; favore, giovamento, vantaggio; certamente, sicuramente.

Se ascoltare è una delle massime forme di rispetto, lo è anche di apprendimento. Spesso si è molto più concentrati ascoltando che parlando, forse perché ciò che si dice lo si è già assimilato, mentre quando si ascolta, tutto potrebbe essere nuovo. Nonostante l’abbia pronunciata molte volte, è proprio ascoltando che ho scelto questa parola. Una sillaba, tre lettere che dicono tantissimo: pȓo (pronuncia: pru).

Quale traduzione? Abbastanza, a sufficienza, quasi come fosse un voto a scuola o per suggerire a qualcuno di smetterla: pȓo. Oppure per connotare un vantaggio, un giovamento ottenuto, un favore: pȓo. Infine rafforza un’affermazione: pȓo.
In latino medievale prode è il profitto, il vantaggio; aggettivo sostantivato tratto dal verbo prodest, giovare, termine diffuso in area romanza dove ha generalmente la funzione di avverbio. Detto così, però, non rende giustizia a una parolina che ha fatto la storia della lingua e della società piemontese. Dunque, anziché inabissarci in tecnicismi, possiamo provare a inserirla in alcune frasi semplici e popolari, in modo da accontentare tutte le accezioni possibili.

Avèjne pȓo, significa averne abbastanza: si può dire al termine di un pasto particolarmente lauto oppure di qualcuno che insiste morbosamente disturbando la quiete di un individuo. In quel caso l’esclamazione sarà pȓo! oppure basta pȓo!, poiché se ne ha a sufficienza di tutto ciò.

La seconda versione è quella traducibile con qualcosa di favorevole: nco’ pȓo! (ancor grazie! per fortuna!). Fe pro, significa essere utile, portare un vantaggio o un giovamento. Il brindisi è l’emblema che ricorda il prosit latino: ch’ot fàssa pȓo! (buon pro ti faccia). Cheuje an pȓo dij pòver significa fare una colletta per i poveri.

La terza sfumatura si manifesta per rafforzare un pensiero: a ȓ’è pȓo bela, ma a ȓ’è na faȓinela (è sì bella, ma è una birichina); o ȓ’è pȓo bon, ma o n’a nen veuja (è certamente capace, ma non ne ha voglia); o r’è pro chièl! è sicuramente lui!

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