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Le storie della Giornata delle persone con disabilità: Carovana e Osteria sociale

Giornata delle persone con disabilità: le storie 2

3 dicembre: Giornata delle persone con disabilità

La Carovana, in città c’è una grande famiglia di cui fanno parte un’ottantina di ragazzi e una cinquantina di operatori volontari

Giornata delle persone con disabilità: le storie

Tra chi ha uno sguardo più diretto sul tema della disabilità, ci sono le realtà del volontariato. Ad Alba, una è la Carovana, «una grande famiglia di cui fanno parte almeno un’ottantina di ragazzi con disabilità e una cinquantina di volontari», come si definiscono. Per loro sta per terminare un 2021 fatto di chiusure e di riaperture, con una buona dose di inventiva per mettere a punto strategie per continuare a essere vicino alle persone con disabilità. Sebastiano Stroppiana fa parte del direttivo dell’associazione: «Nei periodi di chiusura totale per Covid-19, si è utilizzata la tecnologia per essere in contatto con i ragazzi: anche solo mandarci qualche foto su WhatsApp era un modo per sentirci vicini. Poi, man mano che sono state ridotte le restrizioni, abbiamo cercato di tornare alla normalità: abbiamo ripreso con i laboratori e con le serate musicali, con gruppi più piccoli. Il vero punto di svolta è stato il campo estivo di Valdieri, che siamo riusciti a proporre in sicurezza, creando una “bolla”, grazie ai tamponi: è stato emozionante tornare a viverci in presenza, ma ha palesato tutti gli effetti che la pandemia ha avuto sulle persone disabili, che spesso si sono trovate isolate in casa, con la sola presenza dei genitori, venendo meno tutta la socialità e i rapporti di amicizia». Prosegue Stroppiana: «Per le famiglie più fragili, non è facile tornare alla normalità. Alcuni ragazzi non hanno ancora ripreso a frequentare l’associazione, perché i genitori temono i rischi derivanti dalla pandemia». Interviene anche il presidente della Carovana, Filippo Cervella: «Ci stiamo muovendo con tutte le cautele, perché il periodo non è dei migliori. È evidente come il tema della disabilità sia stato sempre collocato ai margini della pandemia: con gli anziani non autosufficienti nelle strutture, si tratta di categorie rimaste dimenticate per lungo tempo».

f.p.

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L’osteria sociale festeggia i suoi primi 5 anni

Sul tema ci sono anche esperienze pionieristiche. Una di queste si trova ad Alba ed è il circolo ricreativo e sportivo San Cassiano, con l’osteria sociale Magna Neta. La storia è cominciata cinque anni fa, su iniziativa del consorzio Sinergie sociali, che gestisce diverse strutture per disabili sul territorio. Questo venerdì, 3 dicembre, si tireranno le somme del progetto, che ha visto il coinvolgimento di 37 persone, tra disabili e soggetti fragili, a cui sono stati proposti stage con vere e proprie esperienze lavorative nell’osteria o negli impianti sportivi. Tre ragazzi con disabilità sono stati assunti. Gian Piero Porcheddu è il direttore del consorzio: «A cinque anni dall’inizio di questa esperienza, il risultato ottenuto è superiore alle aspettative e il ringraziamento va alle fondazioni, che ci hanno sempre sostenuto. Certo, nella terra dei ristoranti stellati, non è stato facile avviare un’osteria sociale, ma a piccoli passi abbiamo iniziato a farci conoscere.

E devo dire che oggi sono spesso i turisti stranieri a cercarci, incuriositi da una realtà diversa. Per quanto riguarda il nostro approccio sul tema della disabilità, ciò che cerchiamo di fare è offrire un’opportunità, in base alle capacità di ognuno: in Italia la normativa è molto buona, ma spesso è difficile trovare le leggi poi concretizzate nella vita reale».

f.p.

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