L’acquedotto romano di Pollenzo dovrà essere restaurato e valorizzato

BRA La condotta romana, scoperta ormai oltre 30 anni fa nei dintorni di Pollenzo, continua a giacere in un campo lungo via Fossano.

Privo di protezione, il manufatto subisce quotidianamente l’azione del tempo, che produce sfaldature sempre più evidenti, nella sua parte superiore.

Negli anni, sia la Pro loco pollentina sia il comitato di frazione avrebbero voluto spostare questo reperto nella piazzetta Edoardo Mosca, proprio all’imbocco della frazione.

Ma la Soprintendenza ai beni archeologici, più volte interpellata per avere il consenso a questo “trasloco”, non si è mai espressa.

L’acquedotto romano di Pollenzo dovrà essere restaurato e valorizzato

Il suo, però, non va considerato come silenzio-assenso, perché – come spiega uno studioso della materia – tendenzialmente la Soprintendenza non è più propensa allo spostamento dei reperti archeologici, ma vuole che vengano valorizzati nel luogo in cui sono stati scoperti. E allora, proprio il comitato di quartiere lancia un progetto che, oltre a occuparsi del restauro conservativo del manufatto, lo “metta in mostra” lì dove è stato rinvenuto.

Spiegano alcuni residenti: «La conduttura che portava l’acqua verso l’abitato di Pollenzo è affiorata durante i lavori di costruzione di una serie di serre per la coltivazione di ortaggi. La scenografia di questo importante ritrovamento è costituita da un immenso campo, che si estende lungo via Fossano, la strada che costeggia il muro di cinta della tenuta carloalbertina e conduce verso Cherasco».

Aggiunge Claudio Rosso, presidente del comitato di frazione: «Gli agenti atmosferici stanno rovinando questo reperto, che necessita di una manutenzione accurata e urgente. So che, non appena erano emersi i frammenti della conduttura – dalla caratteristica forma a cupolina –, i responsabili del cantiere avevano effettuato la segnalazione ai tecnici del Comune di Bra, che a loro volta lo avevano comunicato alla Soprintendenza. Oggi si potrebbe immaginare di recuperare fondi da qualche bando ad hoc, sia per intervenire sull’acquedotto sia per poterlo rendere visitabile, proprio lì dove è venuto alla luce».

E poi conclude: «Abbiamo bisogno del sostegno dell’Amministrazione comunale per raggiungere l’obiettivo e salvare questo pezzo di storia, rendendolo visibile alle migliaia di visitatori che transitano nel nostro borgo annualmente».

Valter Manzone

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