Giorno della memoria ad Alba: Angelo Travaglia, il testimone

Lager

ALBA Per ricordare le vittime dell’universo dei lager nazisti, il 27 gennaio si celebra il Giorno della memoria. La data fa riferimento alla liberazione di Auschwitz, nel 1945.

Il Comune con l’associazione Beato Giuseppe Girotti, il centro culturale San Giuseppe e l’Anpi propongono alcuni appuntamenti.

Giovedì 27 gennaio, alle 11 nei giardini di via Roma, dove è posta la targa in ricordo di ogni martire dei campi di sterminio, i rappresentanti delle istituzioni deporranno una corona di alloro, presenti gli studenti della scuola media Vida.

Altre corone saranno collocate ai piedi del monumento dedicato a padre Girotti, davanti al San Giuseppe; nell’area Giovanni Palatucci di viale Cherasca; di fronte alla chiesa della Moretta; in via Padre Girotti e nei giardini di piazza Medford.

Alle 17, sul canale Youtube Città di Alba, sarà trasmessa la conferenza che si terrà in Municipio, alla quale parteciperanno Fabio Levi del centro internazionale di studi Primo Levi, Michel De Luca dell’associazione Deina (organizzatrice di viaggi nei luoghi simbolo dello sterminio nazista), Enzo Demaria dell’Anpi, Roberto Cerrato e Renato Vai dell’associazione Padre Girotti. In seguito interverranno il sindaco Bo e i consiglieri comunali.

Padre Vincenzo Prandi, missionario albese degli Oblati di san Giuseppe trucidato nelle Filippine dai giapponesi nel 1945, sarà ricordato nella Messa in suffragio sabato 29 alle 17 alla Moretta. Il giorno successivo, alle 9 nella chiesa del Divin Maestro, la funzione sarà in onore di tutte le vittime di campi di sterminio e delle persecuzioni. Saranno inoltre ricordati i Giusti fra le nazioni.

Giorno della memoria ad Alba: Angelo Travaglia, il testimone
Il partigiano Angelo Travaglia (Piove di Sacco, 1923-Alba, 1998).

La partecipazione degli studenti della Vida al momento istituzionale che aprirà le celebrazioni albesi non è casuale: quest’anno è stata approfondita la figura di Angelo Travaglia, nato in Veneto nel 1923 ma albese d’adozione. Dopo l’8 settembre, fu fatto prigioniero dai tedeschi a Cesena, ma riuscì a sfuggire e a unirsi ai partigiani in Friuli. Fu catturato vicino a Udine nel dicembre 1944 e condotto prima a Trieste poi a Flossenbürg e, infine, a Dachau.

Dedicò gli ultimi trent’anni di vita alla divulgazione dell’esperienza vissuta. Spiega Giancarlo Merlo, professore di religione e coordinatore del progetto: «Ebbi la fortuna di conoscere personalmente Travaglia, che nel Dopoguerra si trasferì ad Alba per lavorare all’Agenzia delle entrate, mentre la moglie era insegnante. Essendo un’esperienza alquanto traumatica, fino agli anni Settanta non menzionò quanto vissuto a Dachau. I racconti erano talmente sconvolgenti che chi ascoltava lo considerava pazzo: i familiari, quindi, gli consigliarono di non parlarne più. A far scattare in lui la molla della divulgazione furono i giovani del Sessantotto, i quali lo spronarono a raccontare: da allora, continuò fino alla morte, avvenuta il 31 dicembre 1998».

Il materiale per il video prodotto si basa su spezzoni dell’intervista concessa nel 1982 a Paolo Stacchini, collaboratore di Gazzetta d’Alba che scrisse un libro su di lui. Continua Merlo: «Per l’iniziativa ci siamo avvalsi, come sempre, del supporto del centro San Giuseppe. Gli studenti delle terze, durante dei laboratori pomeridiani, hanno rielaborato questa lunga conversazione, ponendo idealmente dieci domande a Travaglia. Le stesse, sono state rivolte a diverse persone in giro per la città. Ne è uscito un risultato interessante, che purtroppo evidenzia il fatto che, oggi, molti non conoscono l’orrore che è stata la Shoah. Il titolo scelto, Finché avrò fiato parlerò, è stato estrapolato dal dialogo con Travaglia. Al mattino ogni classe assisterà a questa produzione, mentre le terze si recheranno ai giardini di via Roma per deporre anche loro una corona».

Tutti i lavori prodotti dagli studenti della Vida nel corso degli anni sono visibili sul sito Internet dell’istituto, cliccando nella sezione La memoria è giustizia. «Il 27 gennaio e il 25 aprile scegliamo sempre un personaggio o un avvenimento da approfondire. Per la Liberazione, racconteremo la storia della fiumana Luciana Rizzotto, residente a Bra. In passato, abbiamo parlato della vita di Elia Somenzi, Enza Neri, Teresa Bracco e altri».

Davide Barile

Le parole del sindaco di Alba, Carlo Bo

«Il 27 gennaio 1945 il mondo conobbe l’esistenza dei campi di sterminio e con essi l’abisso dell’orrore che può raggiungere la follia umana.

Per questo è importante ricordare per non dimenticare, perché anche quelli che consideriamo diritti fondamentali acquisiti vanno difesi e preservati ogni giorno.

Il Giorno della memoria è stato istituito per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

E tra questi italiani ci sono anche due nostri concittadini cui dobbiamo il tributo dell’esempio dato dalle loro azioni: Beato Girotti, rinchiuso nel campo di Dachau per aver sostenuto ebrei e partigiani, e padre Vincenzo Prandi, trucidato dai soldati giapponesi mentre tentava di salvare i suoi fedeli che si erano rifugiati nella chiesa.

Invito tutti gli albesi, in particolare i giovani che rappresentano il nostro futuro, a partecipare o a collegarsi on-line alla celebrazione, a soffermarsi per un momento di meditazione davanti a una delle Corone di Alloro deposte presso: il monumento dedicato a Padre Girotti, antistante la chiesa di S. Giuseppe; l’area “Giovanni Palatucci” in viale Cherasca, a ricordo di tutti i Giusti; la chiesa N.S. della Moretta, a ricordo di Padre Prandi; via Padre Girotti, in ricordo del Beato Girotti e i giardini di piazza Medford, in memoria della Giornata del Ricordo.»

Banner Gazzetta d'Alba