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Crisi Omlat: il Tribunale di Asti ha dichiarato il fallimento e nominato il curatore

Nubi all'orizzonte per la Omlat di Ceresole: l'azienda avrebbe chiesto il concordato preventivo
Lo stabilimento Omlat di Ceresole d'Alba

CERESOLE D’ALBA Il fallimento, decretato giovedì 3 febbraio dai giudici del Tribunale di Asti, ha scritto la parola fine sugli ottant’anni di storia della Omlat, l’azienda metalmeccanica di via Carmagnola, specializzata nella produzione di elettromandrini per torni. La sentenza arriva dopo che, lo scorso novembre, i creditori avevano respinto la proposta di concordato preventivo che, nelle intenzioni della dirigenza della Omlat, avrebbe dovuto permettere il ripianamento dei debiti contratti, nel 2005, quando gli attuali proprietari avevano rilevato gli stabilimenti dai soci.

A causare la crisi, iniziata nel 2019, era stata la cessione della quota di debito, da parte di uno degli enti creditori, a una finanziaria. Il fallimento decretato coinvolge, nel complesso, una novantina di operai impiegati oltreché nel polo produttivo ceresolese, anche nello stabilimento della Comett a Corneliano: i magistrati astigiani hanno nominato curatore fallimentare il legale Giorgio Todeschini, supervisionato dal giudice delegato Marco Bottallo e fissato al 22 aprile 2022, la scadenza per l’insinuazione dei creditori nel passivo della Omlat. Il 23 maggio è stata fissata, invece, la seduta per l’esame della situazione contabile aziendale, per la quale si apre una fase di esercizio provvisorio.

Davide Gallesio

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