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Diocesi in festa a 100 anni dalla nascita di fratel Luigi

Diocesi in festa a 100 anni dalla nascita di fratel Luigi
L’accensione della lampada del centenario di nascita di fratel Luigi Bordino a Castellinaldo.

CENTENARIO Grazie a Dio, da qualche anno, ormai, la vita del nostro beato fratel Luigi Bordino ci è più conosciuta e ci è diventata sempre più familiare. Dalla lettura della sua biografia nasce spontanea una domanda: che cosa dice a me e a te, oggi, la vita di quest’uomo nato nella nostra terra, soldato durante la Seconda grande guerra mondiale, religioso a servizio dei poveri e dei malati nel Cottolengo di Torino? Vorrei tentare di rispondere a questa domanda, indicando alcuni tratti dell’uomo di fede che questo beato della nostra Chiesa consegna a ciascuno di noi, per una vita cristianamente bella, umanamente piena. Mi limiterò, ora, a condividere tre aspetti della sua personalità.

LA VITA È UN DONO E VA DONATA

È stato questo lo stile di fratel Luigi in tutti i periodi della sua esistenza. Ha compreso, fin da adolescente a Castellinaldo, poi attraverso la sua famiglia e l’esperienza nell’Azione cattolica, che la prima missione di ogni donna e uomo, credente o no, ricco o povero, sano o malato, per il semplice fatto di esistere su questa terra è di accogliere, far crescere, dare luce e bellezza a quel capolavoro che è la vita umana, che l’amore di Dio ha creato e donato a noi e agli altri.

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Fratel Luigi Bordino

Che bello quando lo scopo del nostro vivere quotidiano diventa la missione di “generare vita e donare vita”. Perché se la vita non viene donata, è sprecata. Pensiamo a quanto lavoro il Signore ha fatto per strapparci dal male, per portarci nella luce, perdonarci i peccati, liberare i nostri cuori da tante schiavitù, per rimettere la gioia di vivere in noi… e dopo tutto questo lavoro di Dio, noi dimentichiamo il dono e ce ne andiamo per i fatti nostri… Quel dono va distribuito, e quando lo doniamo, lo apprezziamo di più. La vita è un dono da donare! Donandola, la ritrovi. Gesù un giorno ha detto: «Chi perde la sua vita la ritrova!». La vita, per essere vissuta in pienezza, deve uscire da sé stessa, deve scomodarsi, dare, servire. «Io sono una missione su questa terra»: sono parole di papa Francesco alla Chiesa del nostro tempo, parole che devono scuoterci, interrogarci, farci alzare e metterci in cammino perché la vita ritrovata diventi oggi una vita donata.

SERVIRE VOLENTIERI E SEMPRE CON GIOIA

Anche questa è una caratteristica che ritroviamo in tutte le tappe della vita di fratel Luigi. Anzi, è una caratteristica che, con il trascorrere del tempo e delle situazioni, è diventata sempre più luminosa e splendente. «Dio ama chi dona con gioia». È bello perché veramente chi dona con gioia, dona bene. Il contrario del donare con gioia è dare per forza, dare di malavoglia, brontolando, è dare calcolando i vantaggi e gli svantaggi. È una cosa pesantissima, perché quando diamo così, diamo da schiavi e la vita diventa pesante, perdiamo il gusto della vita. La vita è importante viverla e gustarla, e Dio vuole che la gustiamo, non soltanto che la sopportiamo.

Per gustare la vita, bisogna “condirla”, momento per momento, con la gioia, che potremmo esprimere anche con una piccola “parola magica” che aiuta tanto nei rapporti sociali. La parola è: “Volentieri”. Quando qualcuno ci chiede un favore: “Volentieri”. Quando siamo richiesti di un po’ di tempo, di un po’ di sensibilità, di un po’ di attenzione, questa piccola parola fa la differenza! Noi invece a volte, quando qualcuno ci chiede: “Hai un po’ di tempo per me?” diciamo: “Aspetta che guardo l’agenda” e incominciamo a passare in rassegna una agenda, due agende… questo rende subito la vita pesante.
Leggendo attentamente le biografie del nostro beato non ho mai trovato che egli, richiesto di un favore, rispondesse con la parola magica: “Volentieri”. In ogni situazione, però, e in ogni circostanza, dalla testimonianza di tante persone che hanno condiviso anni di servizio con lui, ho sempre colto la sua prontezza, non solo nel donarsi con immediatezza agli altri, a chiunque e a tutti, ma addirittura prevenendo le stesse richieste, rivelando la capacità di intuire le necessità del prossimo, prima ancora di essere richiesto di aiuto.

LA RIVOLUZIONE DELLA TENEREZZA

Sembra strano e impossibile mettere a confronto la corporatura del beato fratel Luigi, robusta, forte, vigorosa fin da giovane adolescente, con la virtù della tenerezza. Da questo raffronto, non escludo neanche il periodo della guerra, il tempo della fame, del digiuno forzato, della prigionia, quando, al ritorno a Castellinaldo dopo la guerra, Andrea era sfigurato e irriconoscibile, addirittura, ai suoi stessi familiari. La tenerezza è sempre stata una qualità della sua persona, anche in guerra, anche in prigionia.

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Centenario di nascita di fratel Luigi Bordino a Castellinaldo.

Leggendo l’enciclica Evangelii gaudium di papa Francesco, troviamo all’ultimo numero, il 288, questa parola stupenda del Papa: “Rivoluzione della tenerezza!”. Di fronte a tanta durezza e indifferenza che sembrano prevalere nella nostra società, è importante la rivoluzione della tenerezza. All’ultimo numero della lettera il Papa scrive: «La tenerezza non è la virtù dei deboli, ma la virtù di chi non ha bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importante!». Ecco che cosa è la tenerezza: è il buon tratto, è il trattare bene, è l’essere gentili nei rapporti, è il non aver bisogno di essere volgari o aggressivi. È stata questa la tenerezza di fratel Luigi in tutto il percorso della sua vita: anche di fronte alla morte, ha vissuto la tenerezza.

Sappiamo che oggi c’è tanta aggressività nei rapporti sociali: quella che sembra fortezza in realtà è debolezza. A essere aggressivi sono tutti capaci, a essere miti, benevoli, ci vuole molta più forza. Il nostro dramma tante volte è che Dio ci ama infinitamente, ma noi non ce ne rendiamo conto. Questa è la sorgente della vita, della missione, del donare vita nella tenerezza, del nostro beato fratel Luigi. Che tristezza essere indifferenti all’amore di Dio!
Perché da questa indifferenza all’amore di Dio nascono il male e il peccato, che sono la ricerca di qualcosa o di qualcuno che sazi il nostro cuore, quando l’unico a saziare e appagare il nostro cuore e la nostra vita è Dio. Il cuore umano è un abisso che può essere riempito solo dall’amore di Dio, solo dalla tenerezza di Dio. Ecco la grazia grande che dobbiamo chiedere al Signore per intercessione del nostro beato fratel Luigi, in questo centenario della sua nascita. Incontrare questo amore di Dio, e guarire dall’indifferenza verso di lui. Essere indifferenti all’amore di Dio ed essere indifferenti a chi soffre sono il cancro peggiore che ci può colpire.

padre Domenico Marsaglia

UN ANNO DI MANIFESTAZIONI ED EVENTI TRA ALBA, BRA E CASTELLINALDO

Una statua del beato sarà collocata nel vecchio santuario di Madonna dei fiori

Fratel Luigi, al secolo Andrea Bordino, è nato a Castellinaldo il 12 agosto 1922. Dilettante di pallone elastico, vive la sua giovinezza nelle file dell’Azione cattolica. Nel 1942 è arruolato nella Cuneense e parte per la campagna di Russia. Qui viene internato e fa esperienza della fame e della morte di migliaia di Alpini. Rientrato in famiglia nel ’45, l’anno dopo decide di entrare tra i Cottolenghini nella Piccola casa della divina Provvidenza a Torino. Colpito da leucemia nel 1975, muore il 25 agosto del 1977. È stato proclamato beato il 2 maggio 2015.

Già domenica scorsa monsignor Marco Brunetti ha presieduto la Messa con l’accensione della lampada del centenario nella parrocchia di Castellinaldo. Il programma del centenario, organizzato dalla Piccola casa della divina Provvidenza, diocesi di Alba e la comunità di Castellinaldo (parrocchia, Comune, Azione cattolica e associazioni), si sta ormai sviluppando sue due blocchi principali: le iniziative diffuse tra aprile e settembre e la settimana conclusiva.

Tra le iniziative diffuse ci sono proposte per ragazzi del catechismo, attività per i campi scuola dei giovani, un corso per la terza età e le case di riposo, un appuntamento a Grand Puy (dove il beato trascorreva alcuni giorni di riposo e preghiera in estate), ma anche video e iniziative social. Poi avremo il pellegrinaggio/camminata da Bra a Castellinaldo che quest’anno avrà un percorso inverso da Castellinaldo a Bra, dove, il 25 giugno si inaugurerà una statua sulla facciata esterna del santuario vecchio della Madonna dei fiori. Il sabato precedente, 18 giugno è invece confermata la celebrazione eucaristica presso il pilone votivo eretto dal beato e dal fratello. Dal 26 agosto al 4 settembre, una settimana intensa nel giardino del castello dove ogni giorno verrà proposto un contributo diverso, dal teatro alla preghiera, dal canto del musical alla cena di raccolta fondi, per arrivare alla domenica dove con i vescovi del Piemonte, monsignor Marco Brunetti concluderà le manifestazioni ufficiali con una solenne concelebrazione. Per tutto questo grande progetto che si apre davanti ci sarà il bisogno di mani e braccia da parte di tanti volontari e il contributo di molti.

A tal proposito, e in particolare per la statua che si vuole inaugurare a Bra, la parrocchia ha aperto un apposito conto corrente a cui ognuno può far arrivare le proprie offerte: Iban: IT54K085304696100000025 5154. Nei prossimi mesi aggiungeremo dettagli alle iniziative del centenario ma grazie fin d’ora per l’aiuto economico, di volontariato e di preghiera di ognuno di voi.

Michael Isnardi, Ufficio diocesano pastorale sociale e del lavoro

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