Piccole botteghe: l’arma contro il taglio dei servizi

Fondi dallo Stato per dare un aiuto ai piccoli negozi
Immagine d'archivio

ALTA LANGA Nei Comuni montani potrebbero nascere le botteghe dei servizi, locali che, oltre al ruolo di negozio di vicinato, potrebbero erogare anche altri servizi a turisti e cittadini. Lo ha detto la scorsa settimana il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso, rispondendo a un’interrogazione di Maurizio Marello. L’ex sindaco di Alba aveva preso spunto dalla chiusura, in autunno, dello sportello bancario di Intesa Sanpaolo a Monticello d’Alba, provvedimento che aveva visto scendere in piazza per protestare amministratori e cittadini, affiancati dall’Uncem. Marello ha chiesto alla Regione quali misure intende assumere per migliorare la situazione dei servizi essenziali nei piccoli Comuni. «Abbiamo incontrato i prefetti e i rappresentanti dell’Associazione bancaria italiana (Abi) unitamente ai vertici di diversi istituti, ma lo sforzo di porre in atto misure di sostegno ai piccoli Comuni rischia di essere vanificato se non si arresta la politica di chiusura di servizi essenziali, quali uffici postali e bancari», ha risposto Carosso. Il vicepresidente della Regione (ex sindaco di un piccolo paese, Coazzolo) ha aggiunto: «Per i Comuni montani attiveremo una serie di sportelli della Regione presso le botteghe dei servizi. Il coinvolgimento di Poste italiane e di qualche banca del territorio risulterebbe fondamentale per garantire la presenza di sportelli automatici anche in paesi lontani dal servizio». Marello ha replicato sottolineando che la smobilitazione dei servizi rappresenta un’emergenza poiché contribuisce allo spopolamento dei piccoli paesi e acuisce le difficoltà che cittadini e amministratori locali si trovano ad affrontare. «La provincia di Cuneo paga un prezzo altissimo per questa situazione. Mi aspetto dalla Regione un impegno ancora maggiore e un’accurata legislazione», ha replicato Marello.

Il taglio dei servizi nei piccoli centri è un problema di cui ci siamo occupati spesso. Nei giorni scorsi  abbiamo evidenziato le difficoltà dei Comuni nel reperire segretari e nell’affidare il servizio di tesoreria, con alcune Amministrazioni che stanno preferendo le Poste alle banche, proprio per la maggior presenza sul territorio (264 sportelli in tutta la provincia). A questi aspetti si unisce il calo demografico, ribadito dai recenti dati sulle iscrizioni scolastiche, che hanno fatto registrare una flessione maggiore proprio negli istituti dell’alta Langa.
Per cercare di invertire la tendenza la Regione ha pubblicato nei mesi scorsi un bando a sostegno di chi intende andare a vivere nei piccoli Comuni, mentre le Poste, dopo anni di tagli, dal 2018 stanno potenziando i servizi nei piccoli centri. Lo scorso anno in provincia di Cuneo sono stati installati 35 nuovi sportelli Postamat e ne sono stati sostituiti 14.

Corrado Olocco

I sindaci: «Può essere una buona opportunità»

I PARERI Il sindaco di Cortemilia e presidente dell’Unione montana Roberto Bodrito sottolinea come gli effetti delle fusioni bancarie si ripercuotano anche sui Comuni dell’alta Langa. «Le razionalizzazioni dei servizi da parte degli istituti di credito portano a ulteriori disguidi per i cittadini delle zone più marginali. A Cortemilia, dove ci sono tre banche, alcuni anni fa chiuse lo sportello della Carige. Probabilmente, la via da percorrere è affidarsi alle Poste. Come già detto dalla Regione, purtroppo, gli enti locali hanno poco margine d’azione». La possibilità di aprire le botteghe dei servizi è considerata da Bodrito una buona opportunità: «Nei paesi dove non sono più in funzione i negozi, aprire una bottega che non si limiti a vendere soltanto gli alimentari costituirebbe un argine alla desertificazione commerciale oltre che demografica. Molti sarebbero i servizi utili da proporre. Diversificando l’offerta, il gestore otterrebbe maggiori rendite. Il progetto del distretto del commercio, presentato recentemente ad Alba, mira ad aiutare attività che, altrimenti, faticherebbero. Un esempio positivo è la bottega di San Benedetto Belbo, un servizio per cittadini e turisti in funzione da un anno»

A Bergolo, dal 2021, è attivo uno sportello Postamat. Racconta il sindaco Mario Marone: «L’ufficio postale funziona per due giorni alla settimana, ma le esigenze di prelevare e pagare vaglia possono esserci sempre. Durante l’inverno siamo poco più di una decina di persone, ma in estate il numero aumenta sensibilmente. Grazie al programma Erasmus plus, nei mesi prossimi arriveranno circa 400 ragazzi da tutta Europa». Nella stessa struttura è entrato in esercizio il locale Parole perdute, affidato in gestione a una coppia del posto. «Oltre a essere un bar, è un ufficio turistico e punto di incontro e ritrovo, che potrebbe benissimo trasformarsi in bottega di servizi», conclude Marone.

Flavio Gonella, sindaco di un altro piccolo Comune, Igliano, racconta di una realtà diversa. «L’ultimo negozio ha chiuso più di trent’anni fa. In realtà l’esigenza di avere un esercizio pubblico, così come di uno sportello bancario, per ora, non la avvertiamo: è inutile richiedere l’apertura di quei servizi che non potrebbero andare avanti. L’ufficio postale apre tre volte alla settimana ed è sufficiente. Se in futuro dovessero aumentare i turisti, vedremo che cosa fare. Le norme in vigore, comunque, impediscono la cessazione di un servizio così essenziale come quello postale».

Davide Barile

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