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L’horror made in Piemonte dell’astigiano Enrico Graglia

L’horror made in Piemonte dell’astigiano Enrico Graglia

L’ANTOLOGIA Qual è la ricetta per far uscire le storie di paura dal mercato di nicchia italiano? Secondo Enrico Graglia, il segreto è ambientare le proprie storie fantastiche tra le colline di casa. Nato a Torino nel 1980, ma astigiano d’adozione – «Castiglione d’Asti è il mio posto nel mondo», lo scrittore, che di recente ha vinto il prestigioso NeroPremio, è stato selezionato per l’antologia in inglese New Italian Horror, curata e pubblicata da Alessandro Manzetti, due volte vincitore del Bram Stoker Award, massimo riconoscimento americano per gli scrittori dell’orrore. La raccolta, che uscirà a settembre 2022, è pensata per il pubblico anglosassone e presenterà alcuni esordienti dell’Accademia di scrittura creativa di Manzetti, di cui fa parte lo stesso Graglia, affiancati da alcuni grandi nomi italiani. L’obiettivo è quello di ritagliarsi uno spazio all’interno del mercato internazionale, ma per i lettori italiani è già possibile leggere buona parte di questi racconti nel volume Horror Academy vol.1, anch’esso edito da Independent Legions Publishing.

Enrico, come è nata la sua passione?
«A dieci anni ho letto Il signore degli anelli: da lì il fantastico mi ha sempre attirato. In Italia abbiamo una grande tradizione con scrittori come Calvino e Buzzati, ma si sconta una chiusura verso i generi. Tra gli americani Stephen King è quello che ha ispirato di più la mia scrittura. Dalle letture è nata l’idea di un romanzo in cui unire il fantastico alla ricostruzione di luoghi a me vicini, come Castiglione, trasposto in Castelvecchio d’Asti. Nel mio primo libro Cerchio di pietre, uscito nel 2019 per la startup GoWare, i tre protagonisti si spostano tra l’Astigiano e il Torinese e fanno i conti con una misteriosa iscrizione».

In che situazione versa l’horror italiano?
«In Italia rimane un genere di nicchia, non ci sono grandi case specializzate e si ristampano soltanto i classici, come Poe e Lovecraft. In realtà, esistono tanti sottogeneri, di cui il dark fantasy è il mio preferito, che potrebbero soddisfare palati diversi. Di solito si tenta di portare in Italia i nomi di riferimento americani, ma con l’antologia di Manzetti abbiamo provato a fare il contrario».

Di cosa parla il suo contributo all’antologia?
«Si chiama Infernòt, dal nome piemontese delle parti di cantina scavate nel tufo per mettere le bottiglie più buone. È un horror psicologico ambientato nel paese immaginario di Monforte Tanaro, già apparso in un capitolo del mio romanzo, in modo da amplificare l’effetto disturbante. Dalla provincia possono nascere storie fantastiche che rispecchiano la quotidianità: i nostri luoghi non hanno nulla da invidiare e sono già conosciuti per i vini in tutto il mondo».

L’horror made in Piemonte dell’astigiano Enrico Graglia 1
Enrico Graglia con il suo romanzo d’esordio Il cerchio di pietre

Lorenzo Germano

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