TORRE BORMIDA Se si parla di asparagi si pensa subito alla pianura tra il Roero e il Torinese. A paesi come Montà, Poirino, Pralormo, Santena o Villastellone. Da un paio d’anni, però, c’è un terreno coltivato ad asparagi a poca distanza dal fiume Bormida, nel territorio del Comune di Levice. A condurlo ci sono i fratelli Federico e Fabio Gallo e il papà Alberto, dell’azienda agricola La Bertorella, di Torre Bormida. A dare lo spunto per avviare una coltivazione insolita, in un’area dove la nocciola la fa da padrona e dove sui terrazzamenti in pietra sono tornati da qualche anno i filari di Dolcetto, è stato un evento disastroso, come l’alluvione del 2019, che alla famiglia Gallo ha portato via gran parte di un noccioleto nei pressi del fiume. La piena del Bormida lasciò nell’appezzamento sabbia e terreno alluvionale. Era difficile pensare di ripristinare il noccioleto. E poi, gli anziani della zona lo hanno sempre detto che non si devono piantare le nocciole vicino al fiume.
«Non sapevamo cosa fare e abbiamo deciso di provare con gli asparagi. D’altronde le zone più vocate per questo ortaggio hanno terreni sabbiosi», racconta Federico Gallo, che per dare il via all’attività è andato a prendere le piante a Poirino. Per ora la coltivazione occupa circa una giornata piemontese di terreno, dove sono state messe a dimora 6.500 piante. L’operazione è partita nel 2020 e quello di quest’anno è il primo raccolto. «Nei primi due anni deve rafforzarsi la radice», racconta Federico.
Da anni, in queste pagine, si è parlato della tendenza, sempre più diffusa, a piantare noccioleti ovunque, spesso sostituendo altre coltivazioni. Alla Bertorella hanno fatto il contrario. La piena del fiume si è presa il noccioleto e loro hanno piantato asparagi. «Siamo in controtendenza. È una prova. Vediamo come va», afferma Federico Gallo. La raccolta è iniziata da una settimana e la quantità è buona. Ogni giorno vengono raccolti dai 15 ai 20 chili di asparagi. A stagione conclusa la produzione potrebbe arrivare attorno ai 5-6 quintali. Ovviamente le nocciole restano centrali nell’attività dell’azienda agricola di Torre Bormida, ma gli asparagi potrebbero diventare un qualcosa in più nel panorama agricolo della zona. «Se funziona andremo avanti. Mi sto appassionando a questa coltura. Rispetto al nocciolo, l’asparago entra in produzione più rapidamente, ma richiede maggior manodopera. Serve tanto lavoro… di zappa», dichiara Federico. L’azienda agricola ha ancora terreni a disposizione (circa 2-3mila metri) dove in autunno potrebbero essere piantati altri asparagi. Perché anche dal fango di un fiume che esonda possono nascere produzioni agricole nuove.
Corrado Olocco