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Il consorzio vuole rilanciare l’antica cognà di Narzole

NARZOLE Da ricetta povera per conservare frutti tardivi a piatto distintivo della gastronomia locale: iniziata nel 2003, la parabola ascendente della cognà di Narzole è pronta a riprendere, dopo due anni di fermo per la pandemia, assieme alle attività del consorzio di tutela. Pierpaolo Ravera, 45 anni, è assieme a Mauro Dogliani l’anima del sodalizio, fondato «dopo che alcuni concittadini, fra i quali l’ex sindaco Giacomo Arcostanzo, in visita alla cascina Bianchetta, videro la nonna di Michele Ciravegna preparare il composto».

Due anni più tardi vennero piantate, su un terreno comunale nei pressi dei campi da calcio di via Bricco, le piante di mele cotogne, peri (Martin sec e Madernassa), fichi e noccioli per avviarne la produzione. I frutti, con l’aggiunta di mosto d’uva, «ricavato dai grappoli scartati nella vendemmia perché acerbi», affidati al laboratorio Ferrari a Roreto di Cherasco vengono confezionati, a ottobre, in vasetti. «In media duemila l’anno. È anche un modo per preservare dalla scomparsa i meli cotogni, un tempo molto diffusi. Il nostro preparato è diverso dagli altri: non è una riduzione di vino e non viene aggiunto zucchero».

Il consorzio vuole rilanciare l’antica cognà di Narzole

Con il ritorno alla normalità, il consorzio è passato all’azione: il campo dei cotogni è stato sistemato, «alcune piante andranno rimpiazzate», spiega Ravera, che parla inoltre di «utilizzare uno dei tanti locali sfitti per dotarci di un laboratorio. Potremo utilizzarlo in condivisione con altre associazioni del paese». Al centro del disegno ci sono le idee di nuovi prodotti, «come il mosto cotto degli uvaggi usati nella produzione» e il rilancio di quelli già marchiati, come il Cognatino, «una pralina ricoperta di cioccolato col cuore di cognà. Al momento la facciamo realizzare a Trinità». Gli appuntamenti fieristici sono il clou della ripartenza, tutti puntano verso il momento culminante, la Fiera napoleonica di novembre. Innanzitutto c’è da rinsaldare il gemellaggio culinario con Melle e il suo tumin. Ai turisti in visita a Narzole «vorremo regalare un vasetto da 70 grammi di prodotto e darne in esposizione altri agli esercenti». Nell’imminenza della fiera, oltre ai concorsi con le scuole, «organizzeremo la presentazione dell’etichetta in uso nel 2022 alla quale seguirà il ritorno della cena Tipica-mente».

L’obiettivo è rilanciare la cognà, «per far sì che anche i privati possano avviarne la produzione e il consorzio passi a occuparsi della sola valorizzazione del prodotto, incrementando il ritorno economico locale».

d.g.

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