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Perdonare, ovvero passare dalle pietre al dialogo

PENSIERO PER DOMENICA – QUINTA DI QUARESIMA – 3 APRILE

L’incontro di Gesù con l’adultera è una pagina del Vangelo che ha la carica emotiva di un thriller: una storia con un finale già scritto che improvvisamente si rovescia nell’imprevisto. La genialità di Gesù, combinata con il miracolo del perdono non solo gli permette di uscire dal tranello, ma produce quella novità di vita di cui parlano Isaia (43,16-21) e san Paolo (Fil 3,8-14).

Perdonare, ovvero passare dalle pietre al dialogo
Cristo e l’adultera, miniatura dal Breviario della regina Isabella, sec. XV (Londra, British Museum)

Un tranello ben congegnato. Al centro del Vangelo di oggi (Gv 8,1-11) c’è un tranello, ordito nello spazio pubblico del tempio: come trattare un’adultera? È giusto lapidarla? Rispondendo sì, Gesù avrebbe violato la legge romana, perché i giudei non potevano condannare a morte; rispondendo no, avrebbe violato la legge giudaica che prevedeva la punizione. Ma già nella domanda c’è un vizio di forma: Mosè non aveva comandato di lapidare le donne. Il Decalogo, con “Non desiderare la donna d’altri”, si rivolgeva all’uomo, ma la legge era stata piegata alla cultura maschilista che, in caso di adulterio, prevedeva la punizione della sola donna!

Gesù impressiona per la calma: non si scaglia contro la donna, né contro gli accusatori; non ha fretta di rispondere. Fa il gesto stranissimo di scrivere per terra: è l’unica volta in cui si dice che Gesù “scriveva”. Poi arriva la provocazione: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». Chi ritiene di avere titoli per giudicare e condannare, si faccia avanti. Nessuno osa farlo, lentamente tutti se ne vanno. Gesù rimane solo con la donna e pronuncia parole che le ridanno vita: «Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Il messaggio è di una chiarezza disarmante: Gesù condanna il peccato e perdona il peccatore. Il peccato continua a esistere; ma il perdono di Dio è più forte e può salvare. Nessuno è senza peccato, ma la tentazione di giudicare e condannare è antica e più viva che mai. Dopo aver allontanato gli accusatori, Gesù parla alla donna: la tratta come persona, mettendo in gioco la tenerezza di Dio verso ogni persona. Dalle pietre al dialogo, dalla condanna al confronto: ecco l’itinerario del perdono.

Cos’è il perdono. Secondo Isaia è l’atto con cui Dio ci fa nuovi. San Paolo, nella lettera ai Filippesi è ancora più drastico: ciò che prima era importante, ora diventa “spazzatura”. Solo così può accadere che «dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta». Lo schiavo può essere liberato, il persecutore può diventare apostolo, l’adultera una donna onorata. Non c’è colpa che non possa essere perdonata. Da Dio, certamente, ma anche dall’uomo? Una bella sfida!

Lidia e Battista Galvagno

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