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Inproma: titolari condannati per il non corretto smaltimento delle batterie

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CERESOLE D’ALBA Si è concluso con due condanne uno dei due procedimenti contro i titolari della ditta Inproma di strada Cantarelli, specializzata nello smaltimento delle carcasse di animali: nell’udienza di giovedì 19 maggio, tenutasi presso il Tribunale di Asti, il giudice Sparracino ha condannato Luca e Mario Riva a sei mesi di reclusione con la condizionale, al pagamento di una sanzione di tremila euro cadauno e al rimborso delle spese processuali. Il procedimento era stato avviato in seguito ad alcuni rilevamenti dei tecnici dell’Arpa nel settembre 2017, in cui erano emerse irregolarità relative allo samltimento di alcune batterie al piombo, catalogate come rifiuti pericolosi.

Nel processo, si era costituita parte civile la sezione di Langhe e Roero di Legambiente: oltre alle condanne già citate, gli amministratori Inproma dovranno risarcire Legambiente per una somma di 2.500 euro, oltre a farsi carico delle spese processuali. Soddisfazione è stata espressa da Nadia Virutoso e Margherita Demichelis: «Le aziende sanno che lo stoccaggio e lo smaltimento delle batterie esauste devono avvenire secondo specifiche procedure», hanno commentato la presidente e la vicepresidente della sezione di Legambiente, «desta pertanto non poco sconcerto apprendere che questi materiali erano lasciati all’addiaccio, in una zona dello stabilimento lambita dal rio Venesima, un corso d’acqua a uso irriguo comunicante con la rete idrica del fiume Po».

Dennis Bellonio

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