La panoramica sui vini di nicchia

I vigneti Unesco coltivati grazie agli immigrati

ENOLOGIA Di solito focalizziamo l’attenzione sui vini di grande rilievo, qualitativo e quantitativo. Stavolta ci dedichiamo alle denominazioni più piccole o ai tipi di denominazione territoriale (Langhe, in particolare). Lo facciamo rapportandoci ai valori economici derivati dalle rivendicazioni dell’annata 2021. Cominciamo dalla Doc Alba, ottenuta in molti paesi dell’Albese in prevalenza da Nebbiolo con una piccola presenza di Barbera. Per anni ha oscillato tra uno e tre ettari di superficie rivendicata e una produzione annuale di 15-20mila bottiglie. Nel 2021 la superficie è salita oltre gli otto ettari e la produzione a 52mila bottiglie.

Nell’ambito della Barbera d’Alba, la novità è legata alla sottozona Castellinaldo, che nel 2021 ha vissuto il primo anno: è partita con il piede giusto anche in un’annata critica per la grandinata che ha interessato l’areale: la superficie sfiora già i 19 ettari e la produzione arriva alle 120mila bottiglie.

Doc Langhe: ci sono sorprese e conferme. Il dato inatteso è legato al Langhe Cabernet Sauvignon: ci aspettavamo ben di più dei 3,49 ettari vitati e delle 26.500 bottiglie prodotte. Va poi segnalato il calo costante della base produttiva del Langhe Freisa: nel 2021 si è attestata su 26 ettari, con una produzione che supera di poco le 180mila bottiglie. Intermedia è la situazione del Langhe Merlot: poco più di dieci ettari di vigneti e una produzione che sfiora le 75mila bottiglie.

In netto consolidamento sono invece i due tipi di Langhe Nascetta: quella legata alla sottozona Comune di Novello sta per raggiungere i 13 ettari e le 87mila bottiglie; l’altra, più generale, aperta a tutta la zona Langhe, conta 24 ettari per 181mila bottiglie. Buono è anche il quadro rappresentato dal Langhe Pinot nero con vinificazione in rosso: gli ettari sono 42, le bottiglie 254mila.

Decisamente positive sono le performance di due vitigni bianchi internazionali nella Doc Langhe: il Riesling ha 35 ettari per 259mila bottiglie; il Sauvignon, a fronte di più di 36 ettari, mette in campo 296mila bottiglie. Ultima nota è riferita al Langhe Rossese Bianco: la superficie vitata è di 3,16 ettari e la produzione di 21mila bottiglie. Continua la lenta, ma costante crescita del Verduno a base di vitigno Pelaverga piccolo: nel 2021 ha raggiunto la superficie di 26 ettari; le quasi 210mila bottiglie sono state tutte vendute con ottimi ricavi.

Per completezza di informazione facciamo anche il punto su due denominazioni decisamente astigiane, ma che presentano nella zona di origine alcuni Comuni del Roero. Cominciamo dal Cisterna d’Asti, che è Doc ormai dal 2002 e interessa anche sette centri roerini (Canale, Castellinaldo, Govone, Montà, Monteu Roero, Vezza e Santo Stefano Roero). Nonostante questo, la dimensione economica resta molto piccola: 7,69 ettari rivendicati e 51.600 bottiglie nel 2021.

Più vivace la dinamica della Docg Terre Alfieri, legata ai vitigni Arneis e Nebbiolo e operante anche in quattro paesi del Roero (Castellinaldo, Govone, Magliano Alfieri e Priocca). In questo caso, la superficie è quasi 66 ettari, la produzione 2021 è attestata su 470mila bottiglie, con una prospettiva di sviluppo.

Dedichiamo un’ultima digressione alla Doc Piemonte e in particolare all’Albarossa. Nei primi anni Duemila il binomio era partito in grande spolvero, ma poi la corsa si è poco per volta frenata. La situazione attuale: 87 ettari per 590mila bottiglie.

Giancarlo Montaldo

Banner Gazzetta d'Alba