Truffa degli efficientamenti energetici: perquisizioni e Cuneo e Fossano

Truffa degli efficientamenti energetici: perquisizioni e Cuneo e Fossano

TORINO Hanno coinvolto anche i Comuni di Borgo San Dalmazzo, Cuneo e Fossano le perquisizioni svolte il 10 maggio dalla Guardia di finanza del capoluogo regionale, nell’ambito dell’operazione che ha condotto al deferimento di 22 persone, per una truffa da 30 milioni di euro ai danni del Gestore dei servizi energetici Spa, la società partecipata dallo Stato che si occupa, fra l’altro, di erogare contributi per progetti connessi al risparmio energetico. Proprio in questo ambito era maturato il raggiro, sul quale le Fiamme gialle indagavano, coordinate dalla Procura torinese, dal 2018: gli indagati, titolari di società attive nell’abito dei progetti di efficientamento energetico presentavano al Gse progetti fasulli per ottenere i Titoli di efficienza energetica, o certificati bianchi, rilasciati per iniziative mirate a ridurre i consumi: dei mille progetti esaminati dai militari torinesi, 508 sono risultati fittizi. Installazioni di caldaie e cappotti termici su edifici sono fra i lavori denunciati e mai eseguiti: nel complesso il sodalizio aveva accumulato 300mila certificati bianchi fra il 2014 e il 2021: le attestazioni erano poi state vendute a società del comparto della distribuzione, obbligate per legge, se contano più di 50mila utenti, a destinare risorse all’efficientamento.

I Titoli di efficienza energetica prodotti, infatti, tornano al Gse che, preso atto del raggiungimento degli obiettivi, versa alle aziende un contributo, proporzionale al valore di mercato dei certificati bianchi, utilizzando un fondo pubblico costituito con i prelievi in bolletta (indicati dalla voce Oneri di sistema). Da questa dinamica gli indagati avevano ottenuto ricavi per 13 milioni di euro, trasferiti all’estero (Lituania, Bulgaria e Inghilterra) attraverso un giro di fatture fasulle: dai conti correnti, infine, il denaro ricevuto veniva sistematicamente prelevato e fatto sparire. Secondo gli accertamenti il gruppo avrebbe riciclato 13 milioni di euro di profitti illeciti, reinvestiti anche in preziosi e oro.

Per 13 dei 22 deferiti si sono aperte le porte del carcere, altri 3 si trovano ai domiciliari e 6 sono sottoposti all’obbligo di firma: le perquisizioni dei finanzieri hanno coinvolto oltre a Torinese e Cuneese anche le province di SAvona, Vicenza, Bologna, Modena, Rimi, Crotone e Messina.

 

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