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Le polemiche sul raduno degli Alpini a Rimini per i presunti episodi di violenza verso le donne

rudono alpini
Foto di repertorio

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, sono indignato per il fango gettato sul Corpo degli Alpini, in occasione dell’adunata di Rimini. Vorrei fare due premesse. Primo: massima solidarietà alle donne e alle ragazze che hanno subito violenze e molestie (anche tra le mura domestiche), che non hanno avuto giustizia e che continuano a subire per colpa di un sistema inadeguato (ci vorrebbero pene esemplari). Secondo: la manifestazione degli Alpini, è aperta a tutti: donne, bambini, altri Corpi o simpatizzanti (alcuni partecipano alla sfilata), pertanto gli Alpini veri, considerando l’età e che non esiste più servizio militare, saranno un 30%!

Rimini è stato il mio 30° raduno. Credetemi, ne ho viste di tutti i colori! Esso consiste nel ricordo dei caduti alla sfilata di domenica e in 3 o 4 giornate goliardiche, portando tanta allegria, cercando di sdrammatizzare qualsiasi argomento! Ho visto gente ubriaca che non si reggeva in piedi (me compreso), gente rischiare la vita con sti trabiccoli, ma mai episodi di violenza o maleducazione, tantomeno nei confronti di ragazze!

Per noi gli Alpini, sono una grande famiglia, chi incontriamo sulla nostra strada è un amico a prescindere che sia uomo o donna, vecchio o giovane. Si chiacchiera, si canta, ci si racconta due balle…. chi non vuole divertirsi è liberissimo di farlo, ma non è possibile che una donna (ragazza), se la prenda per una battuta banale.

Quello che di più mi fa arrabbiare sono sti giornalisti che manipolano e ingrandiscono le notizie, per far vendere la carta stampata! Un quotidiano, martedì 10, scriveva che erano pervenute 170 denunce alla procura e che, se si considera che magari solo la metà hanno denunciato, potrebbero essere almeno 300 le ragazze molestate! All’Ana (associazione nazionale Alpini) neanche una, quindi una marea di cavolate! Ne cito un paio: una barista è stata invitata a farsi la doccia con l’Alpino, a una ragazza è stato chiesto di sbottonarsi la camicetta. Ma per parlare con una ragazza, bisogna essere compagni di scuola? Avevamo un gruppo di zingari su un camper di fianco al nostro capannone, che andavano in giro giorno e notte a importunare gli Alpini per vendere armi e a rubare, non se n’è accorto nessuno! In centro alcune signorine si prostituivano (anche questa era una molestia sotto un certo aspetto, no?) ma non si è lamentato nessuno!

Ho letto che un’associazione di femministe sta raccogliendo firme per far sospendere l’adunata per un paio d’anni. Per prima cosa, non siamo noi che chiediamo dove organizzare l’evento, bensì sono i Comuni a fare domanda all’Ana. Secondo, mi piacerebbe poi vedere se succedesse qualche disgrazia (vedi L’Aquila) se ci andranno loro o i politici a portare aiuti umanitari! Il presidente degli Alpini Favero ha chiesto scusa alle ragazze di Rimini. Scusa per cosa? Sono gli abitanti di Rimini che si devono scusare con noi! Non siamo noi che abbiamo chiesto di andare! I Comuni prima di fare queste scelte, interpellino i cittadini! Chiudo con un altro articolo dello stesso quotidiano di mercoledì 11, di una “poveretta” e titolato “Che schifo quel branco di maschi ubriachi”. Spero che qualcuno la quereli per vilipendio, nei confronti di tutti noi Alpini e soprattutto per quelli che non ci sono più!

 Paolo Rabino, Magliano Alfieri 

Gentile Rabino, esageruma nen con giornali e femministe. La goliardia è tutt’altra cosa rispetto alla violenza di branco, come purtroppo succede sempre più spesso in eventi aperti a tutti: agli Alpini onesti che si sacrificano nel servizio alla collettività e ai violenti che ne approfittano. Non sta ai giornali, alle femministe o agli Alpini stabilire cosa sia accaduto in alcuni specifici casi, ma alla legge. 

g.t.

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