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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Bronsa

Bronsa: pentola, tegame da cucina originariamente in bronzo.

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ABITARE IL PIEMONTESE La pentola è un oggetto antico, probabilmente tra i più antichi di tutti, risale a quando l’uomo ha cominciato a elaborare e razionalizzare l’istinto al nutrimento. Le pentole in acciaio inox sono una trovata piuttosto recente, risalgono solamente agli anni Trenta del Novecento. L’inox diventa in breve tempo il materiale più utilizzato nelle attrezzature da cucina per motivi di igiene e durata. Andando indietro nel tempo, troviamo il semplice alluminio d’inizio Novecento. Da metà Ottocento le pentole sono perlopiù in ferro smaltato, mentre durante il 1700, come riferisce Menon nella Cuisinière Bourgeoise, «si produsse pentolame in argento destinato alle cucine più lussuose», ma dopo i reperti più antichi in terracotta o in pietra ollare, il primo metallo a essere impiegato per fabbricare le pentole fu sicuramente il bronzo.

Ecco perché in piemontese la pentola è detta bronsa: è chiaramente la pentola generica, ma la parola pentola non è così evocativa. Ogni volta che, invece, si nomina bronsa (o bronza), è una ennesima lezione autodidatta di storia, di cucina e di materiali. È il bronzo stesso ad avere però etimo discusso e incerto. Le origini sono tali da metterle tutte sul piatto o, in questo caso, in pentola. Il lemma preromanzo brondium è il bronzo. In greco, invece, bronteion è un vaso di rame nel quale si agitano le pietre per riprodurre a teatro il suono del tuono. Non va scartata una possibile derivazione dal persiano biring (rame, ottone).

Il vocabolo bronzo è comunque diffuso in altre lingue europee neolatine e non solo: in francese bronze, in spagnolo bronce, in tedesco bronze, in inglese bronze. La bronsa piemontese vanta anche l’accrescitivo bronson: si tratta di una pentola di grandi dimensioni, ma è anche l’epiteto attribuito una donna grossolana. Il diminutivo bronsin è, invece, un pentolino più piccolo che si avvicina al barachin. C’è quel famoso modo di dire scrolé ij bronsin che, letteralmente, significa scrollare i pentolini, poiché facendoli sbattere tra loro suonano vuoti. Chi compie quest’azione, metaforica e non solo, è solitamente vittima di pignoramenti vari, oppure sta elemosinando qualcosa.

Paolo Tibaldi

 

 

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