Ancora polemiche sul terzo ponte del Tanaro

Siccità: il Piemonte prepara elenco di opere urgenti per la rete idrica
Il Tanaro visto dal ponte Albertino in un momento di siccità

CORSO TORINO Il terzo ponte sul Tanaro è davvero l’opera che serve per la viabilità albese? Secondo l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, che di recente ha incontrato i presidenti dei comitati di quartiere cittadini per analizzare il progetto, i punti deboli sono tanti. Come spiega Cesare Cuniberto, che fa parte del direttivo dell’Osservatorio, «il progetto si rifà a un contesto cittadino che oggi è del tutto cambiato e peraltro nemmeno all’epoca fu portata a termine un’analisi completa dei flussi di traffico, valutando le diverse ipotesi». In effetti, sono stati registrati parecchi cambiamenti, da quando il piano regolatore generale albese ha inserito il terzo ponte tra le opere strategiche per la città, circa quindici anni fa: «La città ha proseguito con la sua espansione, com’era naturale vista la conformazione dei luoghi, verso il Mussotto, ma anche verso Ovest e verso Sud. È stato anche trasferito l’ospedale a Verduno, che richiama traffico in direzione opposta a quella del terzo ponte».

L’iter approvativo dell’opera dovrà senza dubbio prendere in considerazione questi aspetti: «Nella Valutazione di impatto ambientale e nella Valutazione ambientale  strategica, a cui il progetto dovrà essere sottoposto, dovranno essere considerati a fondo i nuovi parametri previsti dalle vigenti disposizioni legislative: consumo del suolo, emergenza climatica, tutela della biodiversità, impatto ambientale e paesaggistico, oltre ad uno studio comparato delle alternative possibili e sostenibili». Dall’altro lato, per Cuniberto, «l’Amministrazione in carica insiste nel cercare fondi per un’opera che è decisamente superata, senza neppure un’analisi reale per capire quanti mezzi ad oggi potrebbero davvero trarne beneficio e senza tenere in considerazione l’impatto ambientale che un viadotto di 1500 metri avrebbe su due aree esondabili, contigue al Tanaro e al Cherasca».

L’Osservatorio propone piuttosto uno studio per valutare una serie di ipotesi alternative: il raddoppio del vecchio ponte Albertino, con la previsione di una ciclabile; le rotonde con sottopasso nelle zone più trafficate, come il Rondò  e corso Torino; la galleria di Santa Rosalia, per allontanare il traffico dall’area urbana. A seguito dell’incontro con l’Osservatorio, i comitati di quartiere hanno inviato una lettera al sindaco, chiedendo un incontro per valutare il progetto del terzo ponte e la sua ricaduta sulla città.

Francesca Pinaffo

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