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«Da ragazzo imparai l’arte della salsiccia di Bra da mio zio»

IL PERSONAGGIO La storica macelleria – che oggi è denominata Masino – è stata aperta nel lontano 1871, appena dieci anni dopo l’unità d’Italia. Dopo 100 anni, ossia nel 1971, l’ha rilevata la famiglia Monchiero-Testa che continua anche oggi a gestirla.

«Da ragazzo imparai l’arte della salsiccia di Bra da mio zio»

Il titolare Tommaso Testa – Masino, per tutti i braidesi e non solo – è anche il presidente del Consorzio dei macellai braidesi e uno dei più importanti produttori di salsiccia di Bra. Lo abbiamo sentito in vista dell’apertura di Bra’s ovvero il Festival del buon gusto: salsiccia di Bra, formaggi, pane e riso (si veda l’articolo sotto, ndr). «La vendita di questo insaccato, la cui fama ha ormai superato i confini nazionali», spiega Tommaso Testa, «rappresenta per la nostra attività il 40 per cento del fatturato. La sua produzione è giornaliera e i nostri collaboratori, che seguono con grande scrupolo il nuovo disciplinare, la realizzano sia al mattino sia al pomeriggio. Come noi, anche tutti i colleghi del consorzio».

La storia di questo macellaio affonda le radici in un tempo assai lontano, quando lui era ancora studente delle scuole medie. Continua a raccontare: «Noi abitavamo a Macellai e mio padre, per timore che oziassi nel periodo delle vacanze, mi aveva affidato allo zio che gestiva questo negozio, perché mi insegnasse il mestiere. Io allora, ragazzotto, prendevo il treno delle 7 e venivo a bottega; tutti i giorni rientravo a casa con quello delle 20. Quando poi è iniziata la scuola – che io frequentavo ai Fratini – in negozio ci venivo tutti i pomeriggi, riducendomi a fare i compiti la sera, dopo aver cenato». Successivamente la sua famiglia si trasferì proprio al primo piano dello stabile dove ancora oggi c’è la macelleria. E il suo andare a bottega assunse il ritmo della quotidianità. Fino a giungere al 1998, anno nel quale rileva definitivamente l’attività che si affaccia sui giardini di piazza Roma. «Quella di fare il macellaio è una passione che mi è nata sia per non pesare sulla famiglia sia perché, frequentando mio zio, il mestiere cominciava ad appassionarmi. Alla fine è stato davvero merito suo: lui è stato un grande maestro, tanto che seguendo i suoi consigli, a vent’anni ero già banconiere, ovvero servivo già il cliente. Esattamente come continuo a fare adesso».

 Valter Manzone

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