Dio ci attende, perché lontani da lui si muore di fame

PENSIERO PER DOMENICA – XXIV TEMPO ORDINARIO – 11 SETTEMBRE

A confrontarsi con la parabola del figlio prodigo ci si sente inadeguati: nessuna parola umana può renderne la ricchezza di contenuto. Come davanti a un’opera d’arte, possiamo solo esprimere alcune sensazioni e trarre ispirazioni per la nostra vita.

Dio ci attende, perché lontani da lui si muore di fame
La parabola del figlio prodigo, nell’illustrazione di Francesco Messina realizzata per Famiglia cristiana.

Il perdono è dono gratuito e gioioso di Dio. È quanto viene ribadito dalle tre letture: solo Dio può perdonare il tradimento di un gruppo di schiavi appena liberato (Es 32,7-14); solo il Risorto può accogliere come discepolo il persecutore Paolo (1Tim 1,12-17), mentre la comunità di Antiochia avrà bisogno di dieci anni per fidarsi di lui! Solo un Dio-padre può fare festa per il ritorno del figlio, arrivando ad ammazzare il vitello grasso, la principale fonte di reddito di una famiglia contadina dell’epoca (Lc 15,1-32). Il Dio biblico è speciale, è un Dio “altro”, che non si lascia ridurre alle nostre categorie, ma si pone come riferimento forte. Il figlio prodigo, pur allontanandosi da casa, l’ha scoperto; il maggiore no. Prendere la giusta distanza dal Padre e accettare il confronto con lui è ciò che fa crescere, come uomini e cristiani. È l’atteggiamento anche di Mosè che non ha paura di confrontarsi con Dio e venire a patti con lui, intercedendo per il suo popolo. Abbiamo bisogno di riscoprire questo Dio.

Ha senso tornare in una casa in cui si fa festa per te. Tutte le parabole della misericordia finiscono con una festa, condividendo la gioia con amici e vicini. Il rimprovero del padre al fratello maggiore riguarda il suo rifiuto di prendere parte alla festa. Per convincerlo, il padre spiega la sua scelta. È un’annotazione importante. Il confronto sereno tra le persone dopo un’offesa o un peccato è simile al vento che spazza via le nubi. Alla luce del sole ci si può guardare in faccia, dirsi tutto e festeggiare. Questa è la vita secondo Dio.

Dio che cerca i peccatori indica una via per la Chiesa. Il pastore lascia 99 pecore nell’ovile per cercare quella smarrita. Papa Francesco ci ha ricordato che oggi la situazione è opposta: rischiamo di custodire l’unica pecora ancora nell’ovile invece di andare in cerca delle 99 fuori. Una tesi che ha precise conferme sociologiche: in Francia o in alcune città italiane i praticanti regolari sono il 2%! Anche nel caso del figlio prodigo, il padre, che non ha mai cessato di aspettare il figlio andato via di casa, quando lo vede gli corre incontro e l’abbraccia. Ci sono due motivi per convertirsi: scoprire che lontani da Dio “moriamo di fame”, perché in certi momenti la vita non ha senso, e credere di essere attesi da Dio. Siamo capaci a dirlo oggi?

 Lidia e Battista Galvagno

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