Garibaldi (Enit): la Global conference on wine tourism è sfida per il futuro

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TURISMO Nei giorni della sesta Global conference on winetourism, che si è svolta ad Alba, si sono affrontati i temi chiave del turismo enogastronomico, con riferimento al presente e al futuro. Ne abbiamo parlato con Roberta Garibaldi, amministratore delegato dell’Enit, l’agenzia nazionale del turismo, in cabina di regia nell’organizzazione del forum.

Nello scenario turistico nazionale e internazionale, che valore avranno i tre giorni della Global conference albese?

Roberta Garibaldi è Ad di Enit, l’agenzia italiana del turismo.

«L’appuntamento di Alba rappresenta un momento di altissimo livello e di rilevanza mondiale, per riflettere e discutere sulle prospettive e le sfide dell’enoturismo. Un comparto che, per la sua valenza, può diventare un driver di sviluppo sostenibile e di rivitalizzazione di molti territori. Avere l’Organizzazione mondiale del turismo, riunita con Ministero del turismo e Enit, ci permetterà di ragionare in modo omogeneo sul futuro. In più, concentrare le attività su uno dei territori simbolo del vino rende l’idea dell’impronta che si vuole dare al potenziamento del turismo e della velocità da conferire agli interventi a sostegno del comparto. Con l’Onu e con il Ministero, stiamo toccando tutte le realtà: a Sorrento, di recente con il Forum dei giovani, per arrivare al centro, con la Conferenza programmatica del turismo a Chianciano a ottobre, oltre al Forum albese. La sinergia che accorcia le distanze ci sembra una buona modalità per apportare crescita e sviluppo al settore, con risultati rapidi e di lunga durata».

Alba, Langhe, Roero e Monferrato si sono scoperte da anni una meta ambita dagli enoturisti di tutto il mondo: come vede il futuro di questo segmento?

«Oggi l’enogastronomia ha assunto una centralità sempre maggiore nel turismo, rappresenta una leva spesso di primaria importanza che spinge turisti di tutto il mondo a viaggiare. Basti pensare che il 73 per cento dei turisti italiani e il 54% degli stranieri ritiene la presenza di un’offerta enogastronomica un elemento rilevante nella scelta della meta del viaggio. Certamente l’attenzione verso la scoperta e la degustazione delle produzioni vinicole locali è da sempre interessante per turisti, perché è un modo per conoscere la cultura, le tradizioni, i valori di un territorio, di vivere i suoi paesaggi e la comunità. In più si tratta di un settore che, nonostante la pandemia, si è mostrato resiliente e oggi sta tornando a crescere».

Quali strategie saranno portate avanti da qui ai prossimi anni?

«Il Ministero del turismo e quello delle politiche agricole, alimentari e forestali hanno deciso di valorizzare il patrimonio enogastronomico nazionale e i suoi asset: si tratta di un grande passo avanti e indica una precisa volontà di puntare su un elemento che da sempre ci caratterizza. Enit, su mandato di entrambi i ministeri, sta redigendo specifiche linee guida attraverso un percorso di co-progettazione con le Regioni e gli enti territoriali. Quattro sono i pilastri di questa strategia, che andrà a valorizzare il vino in un quadro più ampio e sinergico: preservare e tutelare il patrimonio attraverso il turismo; sviluppare ed innovare l’offerta; fare rete; comunicare e promuovere».

Come i grandi flussi turistici possono coesistere con piccole località? Qual è l’approccio corretto?

«Spesso i grandi flussi si concentrano nelle destinazioni più popolari, trascurando le aree minori, tra cui figurano quelle rurali. Per questo è fondamentale fare rete, favorendo processi di convergenza per ridurre questa differenza di attrattività e contribuire allo sviluppo dei territori minori. In egual modo, è importante incentivare processi di monitoraggio dei flussi turistici e dell’impatto che possono avere sulle risorse naturali e culturali. Ciò permette di poter agire in modo tempestivo per correggere eventuali disfunzioni del turismo».

Francesca Pinaffo

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