Il futuro delle casette dell’acqua ad Alba

Serve una soluzione per la casetta dell'acqua al Mussotto
La casetta dell'acqua di Mussotto

ALBA Riduzione dei rifiuti e risparmio economico sono i due motivi che hanno portato, una decina d’anni fa, all’installazione delle casette dell’acqua, dando la possibilità ai cittadini di servirsi di acqua frizzante o naturale, fredda oppure a temperatura ambiente, al costo di pochi centesimi.

Molti Comuni hanno colto l’opportunità: Alba non ha fatto eccezione. Sette gli impianti posizionati negli anni, sei ancora presenti: nei mesi scorsi ne è stato smantellato uno a Piana Biglini, dopo diversi bandi per la gestione andati deserti, sostituito da una fontana. I restanti sono in corso Piave, strada Guarene (Mussotto), piazza Prunotto, corso Langhe, corso Europa e viale Masera. Da circa un anno si sono moltiplicate le segnalazioni di furti: a fronte di un ricavo di qualche decina di euro, i danni ammontano molte volte a centinaia. Come al Mussotto, dove il presidente del quartiere Giovanni Lano si fa portavoce del disagio patito dai residenti: «I cittadini sono stufi, la casetta deve restare aperta in modo continuativo. Il servizio è essenziale, comodo e intelligente, usato non soltanto dai residenti ma anche da chi arriva da Castelrotto e zone limitrofe. Contro i furti va installata una telecamera che copra l’area a 360 gradi».

O a San Cassiano, dove il presidente Gianfranco Cassinelli commenta alcuni episodi avvenuti la scorsa settimana: «È la terza volta nel giro di un anno, il danno provocato ci ha lasciati senza acqua frizzante per alcuni giorni. La situazione è insostenibile e vanno trovate soluzioni». Altre segnalazioni arrivano da viale Masera, dove i furti sono frequenti. La situazione ha portato all’esasperazione anche i gestori. L’investimento non è generalmente molto redditizio, ma la pubblicità data dall’attenzione alle buone pratiche ambientali porta frutti soddisfacenti. Salvo, appunto, costi imprevisti. Per tentare di trovare soluzioni, l’assessore Massimo Reggio ha convocato i gestori per un confronto in Municipio, tenutosi giovedì scorso.

«Da parte di tutti loro ho incontrato disponibilità a collaborare. Sicuramente metteremo in atto un metodo che preveda l’eliminazione dei contanti, utilizzando, ad esempio, tessere ricaricabili. Tutte le casette restano aperte, tranne quella del Mussotto», ha dichiarato l’assessore.

L’impianto di corso Piave, «situato davanti al giardino Maestri del lavoro, sarà spostato di qualche metro per permettere il posizionamento delle panchine. E ci auguriamo che i lavori per il rifacimento dell’area finiscano presto: aspettiamo da due anni» dice Elio Gerlotto, a capo del rione cittadino.

Gianfranco Dimitri, tecnico della Cryos di Peveragno, società che in città gestisce gli erogatori di San Cassiano e dei tetti blu, azzarda alcune ipotesi: «Gli atti sono ciclici e invasivi, penso che siano favoriti dalla diffusione delle molette a batteria (piccole seghe circolari, nda). Senza la necessità di allacciarsi alla corrente, tutto è più facile: neanche il vecchio piede di porco serve più. Abbiamo cercato di usare materiali antitaglio, ma alla fine trovano sempre un millimetro di spazio su cui agire. Mi stupisce però che nessun vicino si accorga di rumori e scintille in piena notte. Dobbiamo riparare continuamente serrature, porte e telai, spesso è difficile stare dietro ai danni causati dai malviventi. A volte occorre un’ora, a volte una settimana: riparare i danni non è sempre immediato, vorrei lo capissero anche i cittadini. I comitati di quartiere, nel segnalare ogni anomalia, ci stanno aiutando molto».

Il fenomeno non è circoscritto ad Alba: «Stiamo avendo problemi dappertutto, Monchiero, Faule, Polonghera, Casalgrasso. Persino a Priocca, dove la casetta è piazzata davanti al Municipio. Probabilmente i ladri elaborano un piano e scassinano diversi impianti nel corso della stessa sera».

Davide Barile

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