San Benedetto conferisce la cittadinanza a Fenoglio

"Un agosto di fuoco" con gli eventi per il centenario fenogliano
Censa di Placido a San Benedetto Belbo ©Filippo Ghisi

SAN BENEDETTO Beppe Fenoglio e San Benedetto Belbo: a un legame già forte domenica 2 ottobre sarà aggiunto un ulteriore tassello: la concessione, da parte dell’Amministrazione comunale, della cittadinanza onoraria postuma. Le iniziative nel paese langarolo, luogo di ispirazione dello scrittore, sono iniziate con l’inaugurazione, a maggio, della rinnovata Censa di Placido Canonica, divenuta ora un polo culturale e turistico dedicato alla memoria letteraria di Fenoglio. Liberamente accessibile in orario diurno, è collegata a una seconda porzione di fabbricato, che dovrà ospitare una struttura ricettiva con bar.

La cerimonia si terrà davanti alla Censa. In caso di maltempo, sarà spostata nel salone polifunzionale. Si inizierà alle 10.30, con una serie di letture a cura di Damiano Grasselli del Teatro Caverna di Bergamo. Il Consiglio comunale e la Giunta saranno presenti, alle 11, alla proclamazione e alla consegna della pergamena alla figlia dello scrittore, Margherita. In seguito, andrà in scena una rappresentazione in forma ridotta dello spettacolo teatrale Per me era Beppe. Fenoglio raccontato dai più cari amici. Al termine, il circolo Acli Agrifoglio offrirà un rinfresco.

Le parole del sindaco Emilio Porro: «Siamo fieri e orgogliosi di conferire la cittadinanza onoraria a Beppe Fenoglio: è il giusto riconoscimento per un autore che abbiamo sempre sentito come uno di noi, un amico. Conosceva tutti a San Benedetto, dagli amici Ugo e Luciana Cerrato, a Eugenio Corsini fino a Placido Canonica e i cantori dell’osteria. Con alcuni giocava alla pantalera, con altri camminava e faceva festa alla sera. E scriveva. Era un posto dove aveva sempre piacere di tornare, per svagarsi».

Aggiunge Daniele Cerrato, figlio di Ugo e Luciana, e figlioccio dello scrittore: «Concedere la cittadinanza onoraria era un dovere nei confronti di Beppe. Un atto dovuto, sulla base della strettissima vicinanza che aveva con San Benedetto. Qui venne per la prima volta, insieme al fratello Walter, nel 1933. Conobbe mio padre, residente in un’abitazione vicina, e da allora non si lasciarono più. Con le sue opere, Fenoglio ha trasformato un luogo geografico in un luogo dell’anima, in cui si recano migliaia di persone in pellegrinaggio per vedere i posti da lui descritti e dimostrare affetto. Questa è una piccola restituzione per tutto quanto ha fatto per noi. Già nel 1969 gli dedicammo una via, pur senza essere ancora passati dieci anni dalla morte: papà non resisteva più. Nel 1972, poi, gli intitolammo anche la biblioteca, una delle più piccole di Langa. In entrambe le occasioni la figlia Margherita c’era, come adesso». 

Davide Barile

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