Ultime notizie

Zona H, spazio giovani in cui lo spaccio è libero

Zona H, spazio giovani in cui lo spaccio è libero

IL CASO «Passiamo tanti pomeriggi qui, seduti sul prato. L’alternativa è stare al terminal». Lo dice una ragazza con il piercing al naso, una maxifelpa che le arriva alle ginocchia e lo zaino pieno di libri. La incontriamo al bar della zona H di Alba, a due passi da piazza Ferrero. È un locale essenziale, con la macchina del caffè e un bancone con le caramelle, lo scaffale con i sacchetti di patatine e il frigo con i gelati. «Vado di là: sono seduta al tavolino con le mie amiche», dice la ragazza, prima di uscire con una manciata di gommose. Il bar ha due entrate: una affaccia sul parco Sobrino, meta pomeridiana di bambini accompagnati da genitori e nonni; l’altra dà direttamente sull’area verde in cui si trovano i campi da basket e da beach volley realizzati dal Comune. Da un lato ci sono il liceo scientifico Cocito e l’artistico Gallizio, mentre dall’altro si intravede l’istituto Einaudi.

È la terra dei giovani, l’unico luogo in città in cui si sentono a casa e in cui possono trascorrere il tempo in libertà. Ma non solo: la zona H è anche il luogo delle passeggiate con il cane al guinzaglio o in cui gli anziani si siedono sulle panchine a leggere il giornale. In questo fazzoletto di terra, c’è però un limite da non valicare. È una collinetta vicina allo skate park, un po’ mimetizzata dagli alberi e circondata da una serie di edifici abbandonati. Qui si spaccia anche in pieno giorno, alla luce del sole, senza cercare nemmeno di nasconderlo. I movimenti sono visibili da chiunque sia un po’ attento: ragazzini che si dirigono verso gli alberi, si avvicinano a chi vende sostanze e poi si allontanano, per tornare sul prato o dirigersi altrove. Fanno anche loro parte di questo piccolo universo in cui i gruppi sembrano coesistere senza darsi fastidio.

È un ambiente che Margherita conosce bene, perché passa nel bar tutte le giornate. È lei che lo gestisce, così come i due campi. Chiama per nome quasi tutti i ragazzi, sorride con loro e ascolta i loro problemi. Quando qualcuno se ne va, si affaccia alla porta del bar e la saluta: «Ciao Marghe, ci vediamo domani», è la frase che si sente più spesso. Non ha una formazione da educatrice, ma è una mamma. Come chiunque frequenti la zona, ormai conosce di vista anche spacciatori, giovani, stranieri. A volte scoppiano risse, qualcuno si ubriaca e le chiamate ai Carabinieri non sono rare, soprattutto nelle sere d’estate, quando il bar resta aperto fino alle 21.30.

Margherita ha cercato di porre limiti. Ma, per quanto la donna sappia difendersi, a volte la situazione degenera. Anche chi compra droga è molto giovane e basta guardare verso il fondo del prato per rendersene conto. Non si sa bene quali sostanze circolino, ma gli stessi ragazzi parlano di droghe leggere ed economiche, visto che è un mercato rivolto soprattutto a studenti. Ma c’è anche chi afferma di aver trovato siringhe abbandonate sull’erba. Ciò che è certo è che tutti lo sanno. E che per quanto l’H zone continui a essere un luogo molto frequentato e vivibile, la situazione non è rassicurante e nemmeno accettabile.

Lo spiega il padre di due adolescenti: «Parliamo di uno spazio bellissimo, in cui il Comune ha investito con i due campi sportivi molto utilizzati. Ma, come molti altri genitori, non mi sento sereno a lasciare i miei figli a giocare a basket, sapendo che a pochi metri potrebbero comprare sostanze stupefacenti indisturbati. Per fortuna, a parte alcuni episodi, lo spaccio è confinato al fondo del parco».

In questi anni, non sono certo mancate le segnalazioni: «Abbiamo parlato con il Comune e con i Carabinieri molte volte, ma tutti dicono che non è facile estirpare il fenomeno. Le Forze dell’ordine in effetti si vedono, ma la situazione non cambia. Ed è un vero peccato, perché Alba non brilla per l’offerta rivolta ai giovani e la zona H è uno spazio ideale, basti pensare che offre l’unico campo da basket pubblico. Non capisco perché quest’area non venga valorizzata come in effetti merita».

 Francesca Pinaffo

Banner Gazzetta d'Alba