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Conoscere la Bibbia è come avere il cellulare di Dio

PENSIERO PER DOMENICA – XXIX TEMPO ORDINARIO – 16 OTTOBRE

È difficile scegliere tra i due temi proposti dalle letture della 29° domenica: il ruolo della parola di Dio nella vita e la preghiera di domanda. Nell’esperienza comune è più facile incontrare questa seconda: da sempre, chiedere qualcosa a Dio è stato il modo più semplice di rapportarci a lui. Ma Gesù ha insegnato altri modi di pregare.

Conoscere la Bibbia è come avere il cellulare di Dio
Mosè riceve le tavole della Legge, arazzo dei fratelli Karcher (Milano, Museo del duomo).

A Dio si può chiedere anche di vincere la guerra? Nella storia, l’hanno fatto in tanti. Secondo la prima lettura (Es 17,8-13) l’avrebbero fatto anche Giosuè e Mosè. Si tratta di testi da leggere con molto senso critico. Intanto il dato storico: il popolo di Israele ha dovuto combattere per riconquistare la Palestina, considerata come territorio proprio dopo 400 anni di assenza. La guerra era volontà di Dio? L’autore dell’Esodo dice di sì. Ma tutti siamo oggi inorriditi di fronte a un’affermazione simile del patriarca di Mosca, Kirill! Meglio lasciare a Dio il giudizio sugli eventi e sui protagonisti di quelle guerre e limitarci al messaggio spirituale del testo biblico: non c’è situazione in cui non si possa invocare l’aiuto di Dio, come protettore del suo popolo. Dio è vicino anche quando facciamo qualcosa di sbagliato (e la guerra lo è!), anche se non condivide le nostre scelte.

Perfino il gatto ci insegna la forza dell’insistenza. “È peggio della vedova importuna!”: da tempo, quando leggiamo questa pagina di Vangelo (Lc 18,1-8) pensiamo alla gatta di casa. Non c’è modo di uscire dalla porta d’ingresso senza trovarsela tra i piedi, miagolante, insistente fino allo sfinimento, per ricevere un po’ di cibo e di coccole. Gesù ci ha insegnato a fare la stessa cosa: «Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano notte e giorno verso di lui?». La preghiera di domanda non è l’unica forma di preghiera, neanche la più alta, ma può essere vera se ci aiuta a ricordarci di Dio, se tiene viva la nostra relazione fiduciosa con lui.

La relazione più alta con Dio avviene tramite la Parola. Nella seconda lettera a Timoteo (3,14-4,2) troviamo parole formidabili che immaginiamo sulla bocca di Paolo, pur se non scritte direttamente da lui: «Le Scritture possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù… Tutta la Scrittura è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare». Il nostro rapporto con Dio è simile alle relazioni con le persone: avere familiarità con la Parola è come avere il numero di cellulare di Dio! L’invito finale («Annuncia la Parola») può essere letto come l’invito a dare ad altri questo numero. Senza paura di violare la privacy!

Lidia e Battista Galvagno

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