Il romanzo delle tre righe, l’esordio di Filippo Larganà

Il romanzo delle tre righe, l'esordio di Filippo Larganà

IL LIBRO «Contiamo che la vita ci circondi e, al contrario, è la sostanza più effimera che abbiamo e che possiamo perdere in un batter di ciglia. Crediamo che l’amore sia alla nostra portata ed è, invece, irraggiungibile, immateriale e frutto di fantasia, come una chimera, un mito, una favola». Questo si legge in uno dei tanti epiloghi del Romanzo delle tre righe, il primo scritto dal giornalista canellese Filippo Larganà.

Un libro che incrocia i temi della morte e dell’amore (sembra quasi di citare Tiziano Sclavi), i famosi impulsi vitali di Eros e Thanatos che per Freud regolano la vita di ciascuno essere umano. E Larganà lo fa attraverso una serie di memorabili personaggi, tutti caratterizzati da vite e storie diverse in un paese che rimane senza una vera e propria connotazione geografica.

C’è il macellaio tradito dalla moglie Giacinto Onorato Raiola, il farmacista Uranteo Benito Gillo, la pittrice zitella Laura Monti Paoli, il chitarrista playboy Gino Angelo Anagral, il prete don Alfio Gaetano Calì e il maresciallo Filiberto Ugo Barresi: solo alcuni dei principali protagonisti che diventano simbolo di un’umanità variegata che assisterà al tragico evento finale. Sì, perché il libro, per quanto presenti le vicende di ciascuno di loro, soprattutto quelle sentimentali, è in realtà un thriller che fin dalle prime pagine prospetta un finale sanguinoso.

Un progetto ambizioso, nato inizialmente attraverso post lanciati Facebook, che ha preso vita ad agosto nella forma dell’autopublishing (il libro è disponibile in digitale e su Amazon). Domani, mercoledì 12 ottobre alle 18, l’autore dialogherà con il giornalista di Gazzetta Lorenzo Germano a Santo Stefano Belbo, all’auditorium della fondazione Cesare Pavese, durante la prima presentazione pubblica del libro svelando alcune curiosità.

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Il libro di Filippo Laragnà
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