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Clima: è l’ora di agire. Anche i porri soffrono Pm10 ed effetto serra

Clima: è l’ora di agire. Anche i porri soffrono Pm10 ed effetto serra

AMBIENTE Ottobre e novembre con temperature elevate, la monocultura che soppianta i boschi, il consumo di suolo in aumento, l’inquinamento dell’aria e dei fiumi, la plastica e i rifiuti abbandonati, la siccità incipiente. Langhe e Roero patiscono le conseguenze di un’azione umana invasiva e devono attrezzarsi “dal basso” per contrastare il cambiamento climatico.

In questa cornice l’8 novembre nel palazzo della Banca d’Alba si è svolto l’incontro dal titolo “Non mangiamoci il clima. Le scelte che fai a tavola ogni giorno contano” in collaborazione con Slow food Italia. Durante il convegno sono state analizzate le strategie possibili da adottare nella routine alimentare quotidiana, nella convinzione che ogni azione è importante nella salvaguardia dell’ecosistema.

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SENSIBILIZZAZIONE

L’appuntamento si inserisce in un percorso più articolato di sensibilizzazione e divulgazione: le prossime date saranno, sempre alle 18, martedì 22 novembre (il tema sarà la biodiversità vitivinicola), martedì 29 (la biodiversità vegetale) e martedì 6 dicembre (la biodiversità delle forme del latte). «Sono i giovani i più sensibili ai temi ambientali, nati in un’epoca che li ha costretti a confrontarsi fin da bambini con un orizzonte temporale incerto e mutevole», ha spiegato Barbara Nappini, presidente Slow food Italia per i giovani. E ha proseguito: «Nelle nuove generazioni si affaccia una grande consapevolezza dell’urgenza, una ferma determinazione a partecipare, con modalità, linguaggi, modelli inediti, e c’è la gioiosa determinazione di cambiare un futuro incerto a partire dal cibo. E noi con loro».

CI VUOLE CORAGGIO

Eppure le operazioni “dal basso” non saranno sufficienti ad arrestare il cambiamento climatico se a livello politico-istituzionale e soprattutto industriale non si troverà il coraggio per adottare scelte radicali, capaci di minimizzare l’impatto antropico. Imprenditori e gruppi di influenza politica dovranno evitare operazioni di greenwashing (un ecologismo solo di facciata, per poi perseverare nelle pratiche deturpanti) ed egoismi. Alcuni segnali da ascoltare provengono dall’aria: un elemento naturale “vivo” e non certo inerte.

UN 2022 NEGATIVO

Secondo i dati diffusi a fine ottobre da Arpa Piemonte, il 2022 si sta concludendo come un anno negativo per la qualità dell’aria in regione. I ricercatori spiegano che, a oggi, i superamenti della soglia di attenzione delle micropolveri Pm10 mostrano peggioramenti rispetto agli anni scorsi. Proprio l’ente di tutela ambientale ha pubblicato a inizio anno un articolo sulla rivista scientifica Atmosphere, analizzando il rapporto tra qualità dell’aria della Pianura Padana con altre realtà critiche europee. In particolare si indagava nel dettaglio il perché, pur a fronte di un nettissimo miglioramento emissivo ottenuto negli ultimi decenni attraverso l’applicazione diffusa delle migliori tecniche disponibili, ancora oggi il rispetto dei limiti per il Pm10 e gli ossidi di azoto non sia garantito sul territorio, e il Piemonte (Torino in particolare) risulta ancora molto distante dal rientrare nei parametri impartiti dalle normative europee.

ARIA PESANTE

Ha spiegato il direttore generale di Arpa, Angelo Robotto: «Lo studio riporta che, nelle stagioni fredde, la velocità del vento, l’altezza dello strato rimescolato e la pressione atmosferica che si verificano nel bacino del Po sono da tre a cinque volte meno efficienti nel diluire e disperdere gli inquinanti rispetto alle regioni a nord delle Alpi, causando la stagnazione degli inquinanti e la trasformazione chimica dei precursori gassosi in particolato».

Insomma, l’aria che respiriamo non è buona e rischia di esserlo sempre meno se gli stili di vita, i ritmi produttivi e le logiche di consumo non mutano in maniera significativa.

EMERGENZA SICCITÀ

Pure la terra patisce, arida e senz’acqua. Lo vediamo dagli ortaggi, dai frutti che crescono in maniera tardiva oppure anticipata, con eccessiva lentezza o inattesa velocità. I porri sono l’ultimo simbolo di un ingranaggio guasto: a inizio novembre il presidente Cia (Confederazione italiana agricoltori) della zona di Fossano, Silvio Monasterolo (nella foto a sinistra), ha dichiarato che la produzione di questi ortaggi è striminzita: «A causa della siccità e soprattutto del grande caldo i quantitativi di porri prodotti sono scesi del 30%. Ma la qualità è eccellente, anzi migliore, perché è aumentata la parte zuccherina, conferendo alla coltura un sapore ancora più dolce». Lo zucchero incrementa conferendo maggiore qualità nel breve periodo: ma cosa accadrà nel lungo raggio temporale, se l’atmosfera procede a surriscaldarsi con ritmi esponenziali?

ATTIVISMO

In questo quadro non mancano i progetti di attivismo, di lotta per un migliore equilibrio eco-sistemico. Per esempio Avec, l’Alleanza verde e civica voluta tra gli altri dall’ambientalista albese Roberto Cavallo. Che ha dichiarato nel periodo postelettorale: «Un fatto è stato ed è tutt’ora evidente: nessuna forza politica ha affrontato, come ci saremmo auspicati, e come l’evidenza dei fatti richiede, il tema della crisi climatica, dell’accesso alle materie prime, del risparmio energetico e delle energie rinnovabili, dell’economia circolare, di una gestione sostenibile dell’acqua, della mobilità, dell’innovazione tecnologica applicata alla sostenibilità, della green economy, delle smart city, del diritto a un futuro sostenibile per le prossime generazioni. Per questo credo che il progetto di un nuovo soggetto politico che abbia al centro la sostenibilità non solo continua a essere di estrema attualità, ma non è più eludibile».

La prima assemblea di Avec, con i soci aderenti, è fissata per sabato 17 dicembre. Verranno qui definiti i primi punti gestionali e operativi, con l’obiettivo nei prossimi tempi di raggiungere quota 10mila soci.

PIÙ ALBERI

Clima: è l’ora di agire. Anche i porri soffrono Pm10 ed effetto serra 1Anche la Comunità Laudato si’ Gazzetta d’Alba, gruppo formato da volontari e fondato nel 2018, rappresenta un efficace esempio della progettualità territoriale organizzata in autonomia. Negli scorsi mesi è iniziata la piantumazione di alberi in numerosi quartieri cittadini, l’ultimo dei quali è stato viale Masera. Qui il 12 novembre, in collaborazione con l’associazione Nel viale, si è svolta la festa per i ragazzi dal titolo “Il mio albero è vita”. Sono stati messi a dimora 30 alberi, a ciascuno dei quali è stato attribuito il nome di un bambino partecipante all’iniziativa. Si tratta di gesti umili ma radicali, gocce in un oceano da costruire e da mobilitare per la salvaguardia e la rigenerazione di una terra ferita dopo decenni di oppressioni e di sfruttamento.

 Matteo Viberti

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