I turisti impazzano nell’Albese

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IL CASO 150mila pernottamenti nei primi dieci mesi del 2022, da gennaio a ottobre: sono questi i dati aggiornati sull’andamento del comparto turistico ad Alba. Li fornisce l’assessore al turismo Emanuele Bolla: «Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, abbiamo registrato il 30 per cento di presenze in più: il lavoro portato avanti sta dando ottimi risultati e la presenza di tanti stranieri è un dato di cui andare molto fieri. Abbiamo quasi raggiunto i flussi del periodo precedente la pandemia. Al contempo questi numeri ci portano a ragionare sul tema della sostenibilità del turismo».

Il discorso non è una novità per le grandi mete internazionali, che da anni e anni si interrogano sul modo di migliorare la convivenza tra un settore economicamente redditizio e la vita della cittadinanza. Sulle colline Unesco, in particolare ad Alba e in alcuni piccoli paesi delle Langhe che da mesi sono al tutto esaurito, i problemi non sono diversi.

Tanto che il primo cittadino albese Carlo Bo, insieme ai colleghi del territorio, ha scelto di lanciare un’iniziativa: «L’idea è di avviare un tavolo di confronto costante con i sindaci degli altri Comuni, per sviluppare delle strategie condivise», spiega Bo. «Prima di tutto, per quanto il tema vada affrontato, credo importante precisare che la ripresa del settore è stata fondamentale: ricordo ancora quando, nel pieno della pandemia, incontravo albesi che non chiedevano altro che poter lavorare. Oggi, per fortuna, quella fase è superata e il turismo ha una ricaduta positiva per tutte le attività».

A livello piemontese, di recente, a entrare nel merito dei numeri è stata Federturismo, che fa parte di Confindustria: in Piemonte, per quanto il comparto si posizioni ancora al di sotto del 15-20 per cento rispetto ai risultati del 2019, è una realtà di cui fanno parte circa 46mila imprese, pari al 10 per cento di tutte quelle attive nella regione. Gli addetti sono 153mila, per un indotto pari a 7,5 miliardi di euro. L’offerta ricettiva piemontese è composta da 6.700 strutture e da oltre 201mila posti letto. Ancora Bo: «Nel valutare l’andamento del settore, non si può prescindere dalla qualità dell’offerta e da come il turismo viene vissuto. Se guardiamo alla Fiera del tartufo in corso ad Alba, credo che l’offerta sia di qualità molto elevata: anche il Baccanale dei borghi, da sempre la parte più vivace della manifestazione, è stato organizzato al meglio ed è molto apprezzato. Il mercato del tartufo, nel cortile della Maddalena, è più vivibile nella nuova versione all’aperto, che ha debuttato con il Covid-19 e si è deciso di mantenere».

Ma i problemi sono innegabili: «Il traffico è da sempre un rovello, che il picco turistico non fa che peggiorare. Ci servono infrastrutture in grado di smaltire la circolazione: il terzo ponte e la variante “Borio” saranno utili da questo punto di vista». C’è poi anche un problema di distribuzione dell’offerta: «In questo momento, tutti i grandi eventi cittadini sono concentrati nel centro: ci sono quartieri e frazioni nei quali non si percepisce la Fiera. Credo sia importante lavorare per rendere l’offerta diffusa, anche nell’ottica di aumentarne la ricaduta positiva. Il confronto che abbiamo avviato con i primi cittadini confinanti può diventare un’occasione per arrivare a un maggiore coordinamento: il turismo è diventato una risorsa fondamentale per le nostre colline e proprio per questo dobbiamo gestirlo in un’ottica strategica».

 Francesca Pinaffo

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