Alba: è sempre emergenza casa (REPORTAGE)

Alba: è sempre emergenza casa (REPORTAGE)

IN CERCA D’UN TETTO «Non riesco a trovare un appartamento in affitto: io e la mia compagna cerchiamo da quattro mesi navigando in Internet e girovagando per agenzie immobiliari. Ma i prezzi sono proibitivi e i consulenti non richiamano quando si libera un annuncio; sono subissati dalle richieste e non hanno interesse a seguire le persone come me».

Michele è un ragazzo di 29 anni. Lavora come ingegnere in una ditta con sede nelle Langhe e ha un progetto di vita ad Alba con Anna: «Vorremmo creare una famiglia, ma in città sembra impossibile trovare un appartamento. I prezzi per i bilocali arrivano fino a 700 euro al mese. La mia ragazza frequenta ancora l’università: con un solo stipendio non ce la facciamo. Inoltre, la disponibilità è limitata. Questa continua ricerca genera stress, mi sento come se il mondo non avesse spazio, come se non avessi il diritto di abitare in una casa mia».

VIETATO COMPRARE 

Come Michele, centinaia di persone faticano a pagare l’affitto o a trovare abitazioni accessibili. Secondo il portale Immobiliare.it i prezzi di vendita delle abitazioni non sono mai stati così elevati negli ultimi 10 anni ad Alba: ad agosto del 2022 arrivavano a una media di 2.156 euro al metro quadrato. A novembre si arrivava ai 2.900 euro nelle zone centrali: 150mila euro per un bilocale. Le case indipendenti risultano inaccessibili ai più, superando i 300mila euro. Gli affitti si attestano su cifre ancora più proibitive: si raggiungono i 9,66 euro per metro quadrato in centro nel mese di novembre. Trattandosi di calcoli tarati sulla media, significa che in alcuni casi le locazioni possono raggiungere livelli molto più elevati.

Il risultato è che, cercando su Internet, risulta difficile trovare un appartamento per due persone a un prezzo inferiore ai 700 euro mensili nelle zone più gettonate.

ALLOGGI POPOLARI

Per le cosiddette “fasce deboli”, persone in povertà assoluta o che faticano ad arrivare a fine mese, la situazione peggiora. Le liste d’attesa per ricevere un alloggio sono lunghissime: circa 200 famiglie, pur avendo i requisiti per l’assegnazione, ne rimangono sprovviste. Tanto che il collettivo Assemblea in movimento, gruppo che da anni si batte per il diritto all’abitare, il 3 dicembre è sceso in piazza Michele Ferrero con un presidio di sensibilizzazione.

Spiegano i militanti: «In genere i contendenti sono 2: un ente inerte, un piccolo collettivo di provincia. Quando si denunciano le carenze dell’ente, questo non risponde oppure comunica che il problema è in fase di soluzione. Poniamo che il collettivo di provincia siamo noi, e che l’ente sia l’Agenzia territoriale per la casa. All’inizio del 2021 gli alloggi popolari vuoti ad Alba erano 17 e con una spesa limitata si potevano ristrutturare in breve tempo, rendendoli finalmente disponibili. Alla fine del 2022, 2 sono stati venduti, 3 ristrutturati, 12 sono vuoti. Intanto, negli ultimi 3 anni e mezzo sono state assegnate 10 abitazioni, ma 200 famiglie attendono».

L’ASSESSORA ALBESE

Elisa Boschiazzo, assessora alle politiche sociali del Comune di Alba, spiega: «L’emergenza abitativa è un problema reale. In collaborazione col consorzio socioassistenziale abbiamo cercato soluzioni che non si sono rivelate del tutto efficaci. Stiamo organizzando tavoli di lavoro sul problema: dobbiamo tracciare il bisogno e le disponibilità di immobili. Questa mappatura ci consentirà di avere piena consapevolezza del presente. Per quanto riguarda le case popolari abbiamo esercitato pressione sull’Atc per ristrutturare a nostre spese gli alloggi sfitti di proprietà dell’agenzia, ma non è stato possibile. Così, abbiamo acquistato 13 alloggi in Piana Biglini, realizzando la convenzione di gestione con Atc. Gli alloggi verranno riqualificati con il Superbonus 110%. Purtroppo, le graduatorie di attesa sono lunghe. Il problema principale riguarda i nuclei di 4 o 5 persone».

LE NUOVE INIZIATIVE

In collaborazione con il consorzio, Boschiazzo ha avviato il progetto ministeriale Prince: «Lavoreremo su forme di abitazione condivisa per persone che hanno difficoltà a pagare il canone. Gli affitti in città sono costosi, non tutti sono in grado di sostenerne il prezzo. Molti nuclei faticano dal punto di vista economico. Sono consapevole della situazione critica, continueremo a organizzarci per sensibilizzare i proprietari affinché si convincano a mettere a disposizione gli alloggi invece di lasciarli vuoti. Molti hanno investito per concederli ai turisti».

LA REGIONE PIEMONTE

A fine novembre la Regione ha annunciato che i Comuni con più del cinque per cento di case popolari rispetto ai residenti potranno ricevere un contributo di 250mila euro per far fronte ai costi legati agli alloggi sociali. Ma gli enti locali interessati al provvedimento sono soltanto sei, di cui tre nella provincia di Cuneo: Roaschia, Montezemolo e Celle di Macra. Il problema dell’emergenza abitativa rimane silente e invisibile: non fa rumore, non conquista le pagine dei giornali né i cartelloni pubblicitari, non attira turisti né risorse economiche, ma opera sottotraccia e sotto l’epidermide del tema sociale, causando danni profondi nella coesione e nel benessere materiale e psicologico delle persone.

Sara Elide

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