Alla fondazione Mirafiore un emozionate ricordo del cantautore Gianmaria Testa

Alla fondazione Mirafiore un emozionate ricordo del cantautore Gianmaria Testa

SERRALUNGA D’ALBA A raccontarne la storia musicale e a coordinare Filippo Bessone amico ferroviere come Gianmaria, Luca Ghielmetti farmacista-cantautore, Claudio Dadone urologo-chitarrista di Paolo Conte e di Testa che ha arrangiato molti dei suoi brani, Walter Porro pianista di casa alla fondazione e Maria Pierantoni Giua cantautrice ligure amica del cantautore, vi era Paola Farinetti.
Nelle vesti di produttrice e di moglie dell’artista morto sei anni fa, più volte con gli occhi lucidi dal ricordo e dall’emozione, Paola ha raccontato come sono venute alla luce alcune delle canzoni più celebri in una storia che ha abbracciato con tenerezza la vita di un cuneese che, grazie alla vittoria per due anni di seguito al festival di Recanati, viene notato da una produttrice francese e chiamato a suonare all’Opera di Parigi nel 1997, quando in Italia nessuno, musicalmente, lo conosceva. Grazie a questo anche Enzo Biagi si interessa, nella sua trasmissione Il fatto, a questo ferroviere musicista. Da allora Gianmaria Testa ha suonato nei teatri più prestigiosi lasciandoci testi che sono più che mai attuali e universali. Le ragazze che fanno la fila per lavorare a Porta Palazzo, migranti che arrivano “dall’altra parte del mare” su una barca scura o i lavoratori che a differenza di quelli del quadro “Il quarto stato” di Pelizza da Volpedo camminano curvi come i seminatori di grano o il muratore che con le mani sporche di calce, che ha costruito la casa su in collina, e che con la moglie dialoga sul fatto che non potrà mai avere un’abitazione come quella, sono alcuni dei temi che Gianmaria amava raccontare in modo apparentemente semplice, ma che racchiudono una profondità culturale e una forza comunicativa che lo inseriscono tra i più significativi esponenti della musica d’autore italiana.
Giua, Bessone e Ghielmetti hanno ripercorso questa storia con le loro voci, interpretando il mondo dello chansonnier autodidatta inchiodando il numerosissimo pubblico per oltre due ore in un intensissimo reading-concerto.

Pierangelo Vacchetto

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