Filippo Blengino (Radicali) inizia lo sciopero della fame per il carcere di Alba

Carcere di Alba: si vuole riaprirlo

ALBA «Inizia oggi  (giovedì 29 dicembre) il mio sciopero della fame a oltranza, finché non partiranno i lavori di ristrutturazione nella casa di lavoro di Alba». L’annuncio è di Filippo Blengino, 22enne segretario di Radicali Cuneo circolo Gianfranco Donadei.

«Come emerge dal VII dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi, presentato stamattina dai garanti a Palazzo Lascaris, i lavori di ristrutturazione della casa di lavoro di Alba non sono ancora cominciati. Il continuo procrastinarsi dei lavori rischia di danneggiare sempre di più la struttura che era già stata segnalata come critica nel XVIII rapporto sulle condizioni di detenzione redatto da Antigone. Questo è inaccettabile. Durante il nostro sopralluogo ci era stato annunciato che i lavori erano iniziati da luglio ma in realtà sono state solamente poste delle transenne. Per questo motivo da stamattina inizio lo sciopero della fame ad oltranza, domandando pubblicamente un incontro con il provveditore regionale. Continuerò lo sciopero fino a quando non mi sarà comunicata la reale data di inizio dei lavori», conclude.

Primo giorno di sciopero della fame del radicale Filippo Blengino: «Chiedo di essere urgentemente ricevuto dal sindaco di Alba»

«Chiedo di essere urgentemente ricevuto dal sindaco di Alba Carlo Bo, per domandargli di sostenermi in questa battaglia». Così in una nota stampa il segretario di Radicali Cuneo Filippo Blengino, in sciopero della fame ad oltranza dal 29 dicembre dopo aver appreso dal garante regionale Bruno Mellano che i lavori alla casa lavoro Montalto di Alba, ufficialmente iniziati a luglio 2022, non sono nei fatti ancora incominciati. Blengino ieri ha anche chiesto un incontro al Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria.

«Il continuo rinvio dei lavori – aggiunge il radicale – è inaccettabile. A sette anni dalla chiusura per l’epidemia di legionella, è gravissimo continuare a procrastinare i lavori. Il rischio è che la struttura si degradi sempre di più. Il mio sciopero della fame andrà avanti sino a quando non mi sarà comunicata la reale data di inizio dei lavori».

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