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L’Unesco tutelerà la disciplina della pantalera

Pantalera: domenica sera la finale del Torneo dei paesi a Cravanzana
Immagine di repertorio

PALLAPUGNO C’è anche la pantalera tra le discipline iscritte nel registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale curato dall’Unesco. La variante paesana della pallapugno è entrata nella prestigiosa lista grazie al Tocatì, festival internazionale dei giochi di strada che si svolge a Verona e che alcuni anni fa aveva visto anche la disputa di alcune esibizioni di squadre del Torneo del paesi.

Il verdetto è arrivato la scorsa settimana da Rabat, in Marocco, dove si è svolta la diciassettesima riunione del Comitato intergovernativo della convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Per l’Italia si tratta della prima iscrizione al registro. La candidatura è stata seguita dall’ufficio Unesco del Ministero della cultura, ma il cammino si può dire che sia partito nel lontano 2002, anno di costituzione dell’Aga (Associazione giochi antichi), organismo che negli anni ha costruito, attraverso il Tocatì, una solida rete a livello nazionale e internazionale che va oltre l’appuntamento veronese, coinvolgendo realtà di Belgio, Francia, Croazia e Cipro. Aga è collegata anche all’Ajest (Associazione europea giochi e sport tradizionali).

La notizia del riconoscimento Unesco è stata resa nota la scorsa settimana dall’organizzatore del Torneo dei paesi Franco Drocco al direttivo della fondazione Mermet (presieduta dallo stesso Drocco), a esponenti della Federazione pallapugno e ai vertici dell’ente turismo. Un traguardo che Drocco inseguiva da cinque anni, ma che arriva in un momento complicato per la pantalera, che durante la pandemia ha dovuto fare i conti con una netta riduzione di squadre iscritte al campionato.

Nel corso della riunione sono state però sottolineate le grandi potenzialità di questa disciplina in campo turistico. Con le presenze (soprattutto di stranieri) in aumento nella stagione estiva in alta Langa (l’area in cui la pantalera è più radicata), proporre a un turista di assistere a una partita di uno sport tradizionale (e “targato” Unesco), potrebbe diventare una carta importante da giocare, anche se purtroppo le piazze in cui si gioca sono sempre meno.

Il fascino che il balon esercita sui turisti è stato dimostrato dalla recente esperienza vissuta a Monforte, dove un gruppo di californiani ha trascorso alcune ore in piazza Vola (uno dei campi più celebri e prestigiosi per la pantalera) cimentandosi nel tipico sport di Langa e vivendo un’esperienza per molti aspetti unica. 

Corrado Olocco

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Una partita alla pantalera sulla piazza di Monforte.
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