Un biglietto open da regalare o regalarsi durante le festività per la mostra “Verso Caravaggio. La luce del tormento”

Una formula che consente l'ingresso, in un giorno a propria scelta, alla mostra che si tiene Alba presso la chiesa di San Domenico, fino al 29 gennaio

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ALBA In occasione della mostra “Verso Caravaggio. La luce del tormento” che si tiene Alba fino al 29 gennaio,  Piemonte Musei promuove l’idea di un biglietto open da regalare o regalarsi durante le festività. Si tratta di una formula che consente l’ingresso in un giorno a propria scelta dal martedì alla domenica e festivi all’orario desiderato, dal giorno successivo a quello di acquisto fino al 29 gennaio 2023.

Rispetto al normale biglietto non si dovrà quindi comunicare preventivamente il giorno e l’orario di visita all’atto dell’acquisto, garantendo maggiore flessibilità soprattutto se si decide di utilizzarlo come pensiero natalizio per gli amici o i parenti.

L’iniziativa è valida  dal martedì alla domenica per tutti i giorni di apertura della mostra, riportati di seguito

Aperto da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 Sabato e Domenica e Festivi dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso il Lunedì

Aperture straordinarie: 8, 26 dicembre 2022 (orario festivo dalle 10.00 alle 18.00); 31 dicembre 2022 (orario festivo dalle 10.00 alle 18.00) 6 gennaio 2023 (orario festivo dalle 10.00 alle 18.00)

Chiusure programmate: 25 dicembre 2022 1 gennaio 2023

Prevendita online a cura di Ticketone.it

INFO: www.piemontemusei.com

 

Prezziario Biglietti

OPEN  12 euro, INTERO 10 euro,  RIDOTTO* 8 euro.  Ridotto 8 euro Convenzioni per Soci Aci Storico e Aci SYC – Iscritti FAI – Rotariani). Per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte e Valle D’Aosta ridotto a  7 euro. SCUOLE  5 euro (Gratuito per gli insegnanti che accompagnano le classi); GRUPPI 6 euro (da 10 a 25 persone) – GRATUITA’ Bambini fino a 6 anni non compiuti – cittadini diversamente abili – Legge 104-92 art. 3 c.3

*dai 6 ai 18 anni non compiuti, over 65 con documento, studenti fino a 26 anni non compiuti con tesserino, militari con tesserino, guide turistiche con tesserino, giornalisti praticanti e pubblicisti con tesserino regolarmente iscritti all’Ordine, accompagnatori diversamente abili in compagnia del disabile, soci ICOM con tesserino).

 

LA MOSTRA

Un viaggio per conoscere il Caravaggio partendo dalla fine della tormentata vita di Michelangelo Merisi. E’ la mostra “Verso Caravaggio. La luce del tormento” che ruota intorno all’esposizione del “San Giovannino Giacente”. Organizzata da Piemonte Musei e curata da Roberta Lapucci, storica dell’arte e restauratrice fiorentina, l’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno dell’Associazione Be Local, presieduta dall’imprenditore   Gerogers Mikhael.  Alla realizzazione hanno collaborato. La mostra rimarrà aperta fino al 29 gennaio.

L’idea della mostra è quella di raccontare la vita di Caravaggio attraverso una delle opere meno conosciute dell’artista ma  dal profondo valore simbolico. Intorno ad essa è stato creato un progetto multimediale dal carattere interattivo che mira alla generazione di un contesto ed una visita multisensoriale in cui i visitatori possano sentirsi parte dello stesso maestro. La mostra prevede un tour composto da proiezioni, tavoli interattivi, video informativi e ricostruzioni tridimensionali ed olografiche.

IL PERCORSO MULTIMENIALE IMMERSIVO

Il progetto nasce dalla biografia dell’autore per sceneggiare quello che da molti è stato considerato il segreto della sua arte due tematiche principali si avvicendano:

• Esperienza del pittore in Sicilia i quadri siciliani come esempio delle tecniche artistiche dello stesso. I due temi si compenetrano nella location, raccontando una storia e facendo entrare i visitatori all’interno del mondo del Caravaggio.

• il tormento che ha caratterizzato gli ultimi anni della vita di Michelangelo Merisi le sue opere.

Con l’ausilio delle proiezioni immersive e suggestioni sonore che accompagnano il visitatore in tutto il percorso, si ripropone l’esperienza creativa di Caravaggio, ponendo l’autore nell’atto di creare l’opera al centro del percorso. Per introdurre il visitatore al vi saranno varie pannellature che introdurranno la figura dell’artista è un monitor, contenente un video che racconta le tappe percorse dal pittore milanese nel suo viaggio tormentato.

 

Le opere siciliane

Si tratta dell’area dedicata alle opere che Caravaggio realizzato durante la propria permanenza in Sicilia. L’aria sarà allestita con pannelli grandi proiezioni per permettere al visitatore di conoscere tutti i dettagli delle opere le trasformazioni stilistiche italiano interessate.

L’ologramma

Lo Storytelling della mostra è rafforzato da un ologramma dell’artista che spiega le vicende drammatiche di quel periodo della sua vita.il visitatore quindi introdotto da Caravaggio impersona le tematiche tratte durante il percorso.

Pinacoteca digitale

Viene proposta un’area che servirà da pinacoteca dove, attraverso dei monitor, sono mostrati dipinti del Caravaggio, appartenente diversi periodi della sua storia artistica. I dipinti saranno riprodotti in movimento e i soggetti dei quadri si animeranno in più in piccoli movimenti, rendendo l’effetto altamente suggestivo: i fasci di luce dipinti dal pittore si muoveranno sui soggetti impercettibilmente, i personaggi, fermi nello svolgersi delle azioni alle quali il pittore Lea destinati, a ceneranno quei movimenti ritratti.

La condanna

Al termine al termine della pinacoteca digitale è trattato il tema della condanna che anticipa il viaggio e che segnerà la vita e la produzione del Merisi. Attraverso l’exhibit della ventola olografica si comporranno ciclicamente le parole che compongono le condanne che pesano su Caravaggio.

Il viaggio tra Malta e la Sicilia

In quest’area si ripercorre il viaggio in mare tra Malta e Sicilia attraverso la tecnologia del 3D mapping.

L’aria con la proiezione del mare del cielo di notte per far vivere il visitatore l’esperienza traumatica della fuga in mare.

L’ossessione per la morte e focus autoritratti

L’iconografia caravaggesca e spesso tempestata da immagini truci e sanguinolente; realistiche, ma che diventano anche simboliche tramite l’utilizzo della luce, caratteristica pregnante dell’artista. Una parte della mostra sarà specificamente dedicata a questa iconografia macabra attraverso Exhibit immersivi. L’ossessione per la morte, per le teste mozzate (anche, talvolta, rappresentanti Caravaggio stesso).  Tutto ciò riprodotto su dei pannelli retroilluminati su telai che parlano raccontano la propria storia, all’avvicinarsi del visitatore.

Caravaggio regista

Un altro tema interessante è quello di Caravaggio come regista ante litteram, proprio perché utilizzava la tecnica della camera oscura. Lavorava infatti come un regista, a partire dalla scelta dei personaggi che avrebbero poi popolato le sue opere: sceglieva, girando per le strade, uomini e donne dai volti che gli sembravano adeguati alla sua idea. Proprio per questo motivo si potrà allestire l’area dedicata come un’antica taverna, completa di effetti sonori e scenografici.

 

SAN GIOVANNINO GIACENTE: iL DIPINTO E GLI ULTIMI GIORNI DI CARAVAGGIO

La mostra si propone di presentare in Piemonte un’opera poco nota di Caravaggio conservata in una collezione privata maltese. Documentata sin dal Seicento nelle prestigiose collezioni medicee, si tratta del famoso “San Giovannino Giacente” ricordato nell’inventario post mortem dei beni posseduti dal maestro lombardo in occasione del suo sbarco a Palo del 1610. Questo dipinto nel 1641 si trovava nella Villa Medici di Poggio Imperiale per poi passare nel palazzo mediceo di Livorno.

L’idea è quella di raccontare gli ultimi giorni di vita di Caravaggio attraverso una delle opere che egli portava con sé alla volta di Roma. Partito da Napoli, dove tra l’altro era stato vittima tempo prima di una misteriosa e violentissima aggressione, Caravaggio era diretto appunto nell’Urbe, dove sperava di ottenere la grazia per la condanna a morte che da anni pendeva sul suo capo. Era il luglio del 1610 quando si imbarcò dal porto di Chiaia su una feluca. Con sé aveva tre tele destinate al cardinal Scipione, che avrebbe dovuto aiutarlo ad ottenere il perdono papale. Invece a Roma non arrivò mai; morì pochi giorni dopo a Palo e su quella feluca si trovava appunto il San Giovanni Battista giacente

Acquisito verosimilmente dall’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria, l’opera è descritta nell’inventario di Poggio Imperiale del 1641 come “quadro in tela entrovi un S. Giovanbattista nel deserto che giace sopra un panno rosso nudo di mano del Caravaggio […] lungo braccia 23/5 alto braccia 2 con sua copertina d’Ermesino verde” e con “a piedi di detto la croce di canna […]. In altre successive citazioni inventariali è specificato che ai piedi della figura vi è la croce di canna. Per ordine del Gran Principe, nel dicembre del 1698 fu inviato nel Palazzo di Livorno, edificio caro a Ferdinando che ne curò in dettaglio gli arredi; tornò poi a Pitti nel 1723.

A tutt’oggi non si conoscono i motivi per i quali l’opera lasciò le collezioni medicee (probabilmente in seguito a Firenze capitale d’Italia e alla ristrutturazione degli arredi di Palazzo Pitti); sappiamo soltanto che nel 1860 il ricco banchiere e massone Henry Benjamin Humphrey acquistava il San Giovannino da Rittenhouse a Boston ad un’asta pubblica. Successivamente il quadro veniva donato alla Loggia massonica d’Oriente a Thomaston nel Maine e lì rimane sino al 2009. In quell’anno viene ceduto all’attuale proprietario che risiede a Malta.

 

 

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