A Genova Laura dà nuova vita ai libri antichi

A Genova Laura dà nuova vita ai libri antichi

GIOVANI TALENTI Nonostante l’avanzata della tecnologia, tra smartphone, kindle e tablet, la parola scritta conserva un fascino ineguagliabile quando è stampata sulla carta. Letti, sfogliati e a volte annusati, i libri ci accompagnano in diversi momenti della nostra vita, pronti per essere ripescati anche a distanza di anni. Laura Dellapiana, albese, classe 1988, quando apre un’opera non si limita a leggerla, ma gli ridà vita restaurandola, un lavoro singolare che richiede anni di studi e gavetta ma consente di salvare e far arrivare a noi testi antichi ormai rovinati dal tempo.

«Dopo il diploma presso il liceo artistico Gallizio di Alba ho studiato restauro all’Accademia di belle arti di Torino. In questo percorso mi sono formata nel recupero dei libri facendo dei tirocini alla Biblioteca nazionale di Torino e poi in Archivio di Stato: lo stage finale per la tesi l’ho svolto in restauro dei materiali cartacei ai Musei vaticani, un’esperienza molto importante che mi ha permesso di farne altre anche all’estero». Racconta Laura: «Una volta finiti gli studi ho lavorato in proprio come restauratrice di libri e stampe e, nel 2015, ho vinto una borsa per andare a lavorare a Washington per sei mesi, sempre nello stesso ambito». Conclusa questa esperienza, nel 2016 Laura vince anche il concorso del Ministero dei beni culturali per fare la restauratrice e, nel 2018, passa al Dicastero della cultura in qualità di funzionario restauratore. Al momento lavora alla Biblioteca universitaria di Genova, la più importante della Liguria.

In che cosa consiste la sua mansione? «Faccio interventi pratici di restauro su libri, carte antiche, disegni, stampe e documenti, ma anche fotografie e manufatti archeologici cartacei. Mi occupo anche della manutenzione e prevenzione dei beni, quindi controllo che l’ambiente di conservazione sia adatto, la temperatura e l’umidità siano idonee. Infine verifico che i progetti di altri restauratori su beni statali siano adeguati. Il lavoro è molto variegato e mi porta a girare molto perché collaboro con tanti istituti diversi, anche del Piemonte, come l’Archivio di Stato di Asti e quello di Alessandria».

Laura spiega che le tempistiche degli interventi variano molto, possono durare pochi giorni o diversi mesi a seconda del grado di deterioramento. Restaurare un materiale fragile come la carta richiede un’attenzione particolare, ancora più elevata rispetto a oggetti in metallo, pietra o ceramica.

Lavorando in un campo come questo ci si imbatte in manufatti antichi, ma soprattutto si riporta alla luce la loro storia sepolta nel tempo, diversa ogni volta. Tuttavia, come spiega Laura, ci sono lavori a cui ci si affeziona particolarmente: «Ricordo con emozione il primo libro che ho restaurato durante il mio percorso universitario, una raccolta di preghiere dedicate alla Madonna, risalente alla metà del ’700. Era un manufatto semplice ma con uno stato di conservazione terribile, ho impiegato nove mesi per restaurarlo, un lavoro che richiede pazienza e passione, quando ho finito è stata una delle più grandi soddisfazioni». Vedere un oggetto inutilizzabile, «pronto per il macero, riprendere vita sotto le tue mani ti dà lo stimolo per proseguire in questo campo. Solitamente non concepiamo i libri come un microcosmo fatto di tanti elementi diversi, ognuno con una sua storia: il cartaio che l’ha prodotto, l’artigiano che ne ha assemblato le pagine, il collezionista che ci ha messo il suo timbro. Un restauratore può tirarle fuori tutto, recuperando questi oggetti che sembrano banali ma in realtà ci raccontano moltissimo del nostro passato».

Giorgia De Carolis

Banner Gazzetta d'Alba