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Crepa, il collettivo che intende fare breccia ad Alba

Crepa, il collettivo che intende fare breccia ad Alba

GIOVANI Anche nel nostro territorio le disuguaglianze sociali crescono, l’ambiente risulta martoriato, la solitudine si allarga. È l’immagine di un mondo in difficoltà, che necessita di voci nuove, cambi di rotta pratici e concettuali. In questo contesto è proprio dal basso che emergono idee, associazioni di persone che vogliono costruire insieme alla comunità diversi modelli di pensiero.

Un bel gruppo di persone ha dato vita a febbraio al progetto dal titolo evocativo di Crepa– collettivo di ricerca e pratiche pedagogiche. Si tratta di: Alberto Contu, Claudio Gorlier, Marta Salomone, Rosita Pepe, Claudio De Paola, Oreste Borra, Fabio Camera, Roberta Destefanis, Michele Zese, Lorenzo Gilardetti e Flavio Costa.

Ma che cosa significa il nome? Il sostantivo indica la frattura nei muri che poco a poco ricava spazio, sovvertendo l’ordine di una materia troppo rigida. «Ma è anche un verbo, un imperativo utilizzato in risposta all’“in bocca al lupo” che spesso si augura ai progetti che sfidano lo status quo: non siamo animati da speranza, ma da desiderio e necessità», spiega il portavoce del collettivo.

Prosegue il ragazzo: «Il capitalismo nella sua costante ricerca di profitti, nel suo imperativo di consumismo e crescita spasmodica sfrutta le persone e gli ambienti, producendo la cultura dell’individualismo, del successo e del consumo. La dimensione collettiva viene meno e siamo proiettati nella solitudine. I giovani sentono forte un’inquietudine, “una fatica di vivere” che si fa incessante nel toccare con mano le sofferenze, gli stati d’ansia e depressione che questo modello economico crea. Vogliamo perciò tentare una strada, parallela a quella politica, mettendo le mani in pasta, cioè lavorando concretamente a livello educativo nei vari contesti e territori (con bambini, ragazzi e giovani). Saremo una sorta di mutualismo educativo, che mischia pratiche reali e vissute di risposta a bisogni collettivi».

Per quanto il tema sia complesso, gli obiettivi sono precisi: allargare la cornice pubblica del lavoro sociale, recuperando fondi e investimenti attraverso una maggiore partecipazione delle comunità. Per quanto riguarda il lato pedagogico, Crepa crede in un’educazione sociale, popolare e comunitaria. Ma come si possono costruire questi percorsi? Verranno realizzate inchieste, mobilitati gli strumenti dell’arte, del gioco e dei raduni. Incontri, dunque, performance e interventi di analisi antropologica e sensibilizzazione.

«Stare con le persone vuole dire presenza», concludono gli attivisti. «Vogliamo essere pronti a una continua discussione sugli aspetti della vita, motivati da ascolto e cura reciproca, cercando di incarnare il cambiamento che desideriamo possibile».

Due giorni di azioni ed eventi tra Alba e Corneliano con Wu Ming, Sarah Gainsforth e Giuliano Battiston

Sabato 25 e domenica 26 marzo il collettivo Crepa organizza due giorni di iniziative. Si inizia alle ore 10 di sabato con un’azione simbolica nella città di Alba per richiedere l’istituzione di un tavolo dedicato alle politiche educative sul territorio.

Crepa, il collettivo che intende fare breccia ad Alba 1Si vogliono ottenere maggiori finanziamenti pubblici e la regolarizzazione degli operatori che lavorano in questo campo. Subito dopo si prevede un altro intervento pedagogico, culturale e artistico con i ragazzi coinvolti nei progetti. Si proseguirà nei locali di Dom-spazi condivisi, dove verrà redatto un manifesto. Spiegano gli attivisti: «Questi due giorni sono importanti non soltanto perché sanciscono la nascita di Crepa, ma perché introducono ufficialmente un nuovo movimento e un metodo. Il nostro raduno assume anche la forma di un’assemblea nazionale, visto che sono coinvolti progetti di Roma – ben 5 scuole popolari, tra cui Tor Bella Monaca, San Basilio, SpinTime, Carla Verbano e Dopolis di Ciampino – il progetto “Chirom e Chi no” di Napoli, il centro Fonti San Lorenzo di Recanati, il progetto Acmos di Torino e l’associazione Get up di Udine». Fanno parte del gruppo anche il teatro Caverna di Bergamo, il collettivo Franco e Canicola edizioni di Bologna, oltre alcuni ricercatori universitari del progetto nazionale Laboratorio welfare pubblico.

La giornata di sabato 25 proseguirà nel pomeriggio, con un laboratorio di scrittura collettiva e creativa realizzato da Wu Ming – un collettivo di scrittori, divenuto celebre con il romanzo Q, presente sulle scene culturali dal 2000 – che alle 19.30 nel locale I malpensanti di piazza Pertinace ad Alba presenterà il nuovo libro Ufo 78.

Il giorno seguente, domenica 26 marzo, nel primo pomeriggio, nel Cinema vekkio di Corneliano, il programma prevede l’intervento di Giuliano Battiston (giornalista di varie testate come Lettera 22 e Il manifesto) e Sarah Gainsforth – ricercatrice indipendente e scrittrice freelance – che terrà un laboratorio sulle pratiche di costruzione di un’inchiesta, dedicato al tema della città e della pedagogia. È prevista poi un’assemblea di pianificazione dei passaggi futuri. Alle 16.30 Gainsforth presenterà il suo libro Abitare stanca, sul tema della casa e delle crescenti difficoltà sociali che si registrano su questo fronte (l’ingresso è aperto a tutti).

 Matteo Viberti

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