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Piano Paesaggistico Regionale nell’area dell’Alta Val Bormida

Presentata oggi la ricerca applicata all’area interna della Val Bormida per lo sviluppo sociale ed economico del territorio

Piano Paesaggistico Regionale nell’area dell’Alta Val Bormida: presentata la ricerca applicata all’area interna della Val Bormida per lo sviluppo sociale ed economico del territorio 1

MONASTERO BORMIDA Nell’ambito della Convenzione tra la Regione Piemonte e il Ministero della Cultura, la Fondazione Compagnia di San Paolo – da sempre convinta che i valori del paesaggio siano uno strumento di primaria importanza per lo sviluppo sostenibile dei territori e parte fondamentale del patrimonio culturale del Paese – ha contribuito alla sperimentazione dell’attuazione del Piano Paesaggistico Regionale nell’area dell’Alta Val Bormida.

Piano Paesaggistico Regionale nell’area dell’Alta Val Bormida: presentata la ricerca applicata all’area interna della Val Bormida per lo sviluppo sociale ed economico del territorio

Il progetto è documentato nel Rapporto finale sul Progetto di sperimentazione per l’attuazione del Piano Paesaggistico Regionale presentato oggi pomeriggio alle 14, in occasione dell’evento presso il Castello di Monastero Bormida, che ha visto il saluto istituzionale e l’intervento del Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo; del Vice Presidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso; della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, Lisa Accurti; del Direttore della Direzione Ambiente, energia e territorio della Regione Piemonte, Stefania Crotta e del Sindaco di Monastero Bormida, Luigi Gallareto.

La Regione Piemonte è stata fra le prime regioni italiane ad avere approvato, in co-pianificazione con il Ministero della Cultura, un Piano Paesaggistico adeguato al vigente Codice nazionale dei beni culturali e del paesaggio.

Per dare effettiva attuazione al ruolo che il paesaggio può svolgere in relazione al benessere e alle prospettive di sviluppo locale è essenziale che le strategie di tutela e valorizzazione dei paesaggi siano fattivamente accompagnate nel calarsi sui diversi territori, definendo così anche una prospettiva comune ai futuri adeguamenti urbanistici richiesti.

La Fondazione Compagnia di San Paolo ha pertanto deciso di sostenere una sperimentazione dedicata all’azione di accompagnamento su alcuni territori del Piemonte. Dopo una prima fase riferita al territorio dell’Eporediese, si è di recente conclusa la seconda fase dedicata al territorio dell’Alta Val Bormida il cui gruppo di ricerca è stato coordinato da Anna Marson, professore ordinario di Pianificazione del Territorio Università IUAV di Venezia.

Il territorio considerato, parte dell’ambito di paesaggio Alte Langhe, comprende quasi 30 comuni, di dimensioni in prevalenza piccole e molto piccole. Le caratteristiche demografiche, socio-economiche e di distanza dai principali servizi hanno portato a suo tempo al riconoscimento ufficiale di questo territorio come “area interna”. Per le aree interne, il valore aggiunto potenziale del paesaggio può costituire a maggior ragione una risorsa decisiva.

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Prof.ssa Anna Marson, responsabile del progetto

La sperimentazione supportata dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito della Missione custodire la bellezza dell’Obiettivo Cultura ha individuato per il territorio dell’Alta Val Bormida, grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori dedicati, 3 azioni strategiche e 4 approfondimenti collaterali.

  • La prima azione ha riguardato l’avvio di una Biografia di paesaggio in grado di far emergere la specificità di questo territorio dal punto di vista del paesaggio di lunga durata. Pur avendo una storia e un paesaggio assai specifici, dal punto di vista istituzionale questo territorio è infatti situato al margine di confini multipli (due regioni, quattro province), e presenta una forte frammentazione istituzionale (diverse Unioni montane estese al di fuori dell’area in questione, comuni con pochi abitanti e territori molto estesi). Gli approfondimenti compiuti mettendo a sistema le fonti scientifiche disponibili e la restituzione effettuata rendono oggi più facile il riconoscimento di questo territorio e paesaggio come un’entità specifica, grazie ai testi ed elaborazioni cartografiche originali prodotte dalla sperimentazione.
  • La seconda azione è consistita nell’approfondire le condizioni della Produzione del paesaggio attuale, materiale e immateriale, con una focalizzazione sulle filiere agropastorali, dell’ospitalità e della cultura (38 incontri/interviste aperte ad attori rappresentativi delle diverse filiere) come campi particolarmente pertinenti e dinamici, attraverso i quali si va definendo il futuro di questo territorio, così prossimo alla Langa Unesco e ai suoi flussi di visitatori e investimenti. Gli scenari delineati sono importanti per assicurare lo sviluppo locale mantendo le qualità che caratterizzano questo specifico paesaggio.
  • La terza azione, strategica anche dal punto di vista degli esiti operativi, ha riguardato l’individuazione esemplificativa di alcuni paesaggi rurali storici, in parte consistente terrazzati, un tempo coltivati e attualmente coperti da boschi d’invasione, per semplificarne le possibilità di recupero. Si è quindi proceduto alla predisposizione di tutti gli approfondimenti conoscitivi richiesti sia dalla Regione Piemonte che dal MiC, in coerenza con le nuove norme nazionali vigenti al riguardo, per renderne operativa la semplificazione procedurale.

I 4 approfondimenti collaterali sono stati dedicati rispettivamente a: la questione “competenze” nelle trasformazioni del paesaggio in atto e future; la questione dei danni prodotti dalla fauna selvatica, sempre più un problema per le attività agricole e pastorali in questo contesto; le potenzialità del pascolo nel bosco e alla complessa regolamentazione in essere; infine, le prospettive della sostenibilità, energie rinnovabili, cambiamenti climatici e paesaggio contestualizzate rispetto a questo territorio specifico.

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